Il Politecnico di Milano lancia il primo applicativo AI per la cura del singolo organo

Un team del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria (DEIB) del Politecnico di Milano, guidato da Andrea Moglia, ha sviluppato il primo applicativo online che permette di capire quale modello di Intelligenza Artificiale sia più adatto a sviluppare immagini 3D di ogni singolo organo. 

Lo strumento mira a rendere la cura del paziente più precisa e affidabile.

Lo strumento nasce da uno studio, pubblicato su Fusion, che ha preso in considerazione modelli AI generalisti e specifici. 

Il modello è pensato per un target che comprende professionisti della salute: tecnici che devono generare immagini di organi, lesioni o fratture, e per i medici che devono interpretarle per operare o prescrivere terapie. 

Al lavoro hanno contribuito Luca Mainardi e Matteo Leccardi, anch’essi del DEIB, e Pietro Cerveri, dello EssilorLuxottica Smart Eyewear Lab, affiliato al Politecnico di Milano.

«Con questo strumento, la selezione dei modelli da usare per produrre immagini che servono per diagnosi e interventi diventa molto più efficiente» spiega Moglia. «I professionisti non devono più procedere per tentativi per ottenere immagini più precise».

Andrea Moglia

Il nuovo applicativo

L’applicativo online e gratuito può essere navigato a partire dai singoli organi, o dalle regioni anatomiche, tra cui torace, collo, addome. Una volta selezionato l’elemento di interesse, l’applicativo riporta tutti i modelli AI esistenti, che sono stati testati sui dataset di immagini disponibili. I modelli possono essere ordinati in base al dataset, da quello più efficace a quello meno efficace. 

La selezione degli organi è molto precisa: si possono scegliere anche le singole vertebre o i singoli ventricoli cardiaci, per esempio. Altro elemento di grande interesse è la possibilità di ordinare i modelli in base alla loro capacità di generare immagini di tumori e lesioni, tra cui quelle che derivano da ictus e ischemie.

Nell’applicativo, alcuni modelli sono generalisti, altri sono specifici per quell’organo o struttura anatomica. «I modelli AI generalisti in campo medico sono addestrati su una vastissima quantità e tipologia di immagini del corpo umano» spiega Moglia. «Hanno recentemente dimostrato di essere efficaci nella maggior parte dei casi quanto quelli specialisti, nati espressamente per generare immagini di uno specifico organo usando uno o pochi dataset. Per questo rappresentano un punto di svolta del settore».

Già da tempo i medici e i tecnici utilizzano modelli di intelligenza artificiale per ottenere delle immagini di organi o lesioni. «Il termine tecnico è segmentazione, un processo che permette di delineare il profilo di un determinato oggetto in un’immagine 2D, per produrne una ricostruzione in 3D» aggiunge Moglia. In campo medico, consiste nell’unire varie fotografie ottenute da radiografie o TAC, e identificare con un tratto colorato l’organo o la lesione di interesse. Usare dei modelli AI rende più veloce questo processo, ed evita i bias o gli errori umani.

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