Il report OMS 2019

È stato reso noto il nuovo Rapporto dell’Organizzazione Mondale della Sanità “World Health Statistics 2019”: 139 pagine che parlano di aspettativa di vita e cause principali di morte nel mondo, salute riproduttiva e della madre, malattie infettive, malattie non trasmissibili, ferite e violenza, rischi legati all’ambiente, salute dei neonati e dei bambini, sistemi sanitari e copertura universale del diritto alla salute.

In generale, il Rapporto evidenzia come le entrate e la ricchezza di un Paese si riflettano anche sull’attenzione alla salute.
Per esempio, i Paesi più poveri sono anche quelli con meno medici e infermieri in rapporto alla popolazione e che investono meno in ricerca medica e di base.

Lo stesso si può dire per lo score che valuta la copertura dei sistemi sanitari nazionali, il cui punteggio va di pari passo con la ricchezza del Paese.

Un altro dato interessante è che la spesa out of pocket è cresciuta dal 2000 a oggi in tutto il mondo. Nel suo insieme, l’Europa e le regioni dell’Est del Mediterraneo sono le Regioni nelle quali questa crescita è restata più contenuta.
Un aspetto interessante preso in considerazione dal Rapporto OMS e di grande attualità è l’incidenza dell’inquinamento sulla salute, inteso come inquinamento sia dell’aria sia dell’acqua.

Per quanto riguarda il primo, dati del 2016 indicano che circa 125 maschi e circa 110 femmine su 100.000 sono morte a causa di inquinamento indoor o outdoor.
Questa è una media mondiale: i numeri calano molto se ci si riferisce all’Europa che, insieme agli USA, è l’area in cui questa incidenza è più bassa.

Interessante anche osservare che la probabilità di morire tra i 30 e i 70 anni per una patologia compresa tra tumore, diabete, patologie croniche respiratorie e patologie cardiovascolari è diminuita del 18% dal 2000 al 2016, con un aumento leggermente più rapido nelle donne.
Infine, continua il trend di riduzione delle patologie infettive che colpiscono ancora tanto solo in parte dell’Africa e in alcuni Paesi dell’East Asia.

Nel resto del mondo l’incidenza si attesta al di sotto dei 90 casi per 100.000 abitanti, numero che in Europa scende quasi in ogni stato sotto il 38.

Dal documento si possono estrarre i dati relativi all’Europa.
Secondo questo rapporto, l’aspettativa di vita media alla nascita, o HALE, intesa come gli anni che si può sperare di vivere in piena salute, è di 70 anni per le donne e di 66 per i maschi: si conferma quindi che le donne vivono più a lungo, ma è anche vero che per loro gli anni di vita non in salute sono l’1,6% in più che per i maschi.

Uno dei problemi messi in evidenza dal rapporto è, ancora una volta, l’aumento del sovrappeso e dell’obesità.
Una stima effettuata su bambini di età compresa tra 6 e 8 anni ha evidenziato per il nostro Paese un sovrappeso per quasi il 40% delle femmine, di cui poco meno del 25% è da considerarsi obesa, e una percentuale di sovrappeso di circa il 42% nei maschi che però sono obesi “solo” nel 21% dei casi circa.

Spagna, Cipro, Grecia e Malta hanno una situazione simile per le femmine, mentre nel caso dei maschi i Paesi in cui sovrappeso e obesità abbondano sono di più, aggiungendosi anche il Montenegro, il Nord della Macedonia, San Marino e la Serbia. Una diversità che affonda le sue radici probabilmente anche in motivazioni culturali.

Stefania Somaré