Il Tar del Lazio e la spending review

Il Tar del Lazio ha censurato il metodo usato dall’Autorità di vigilanza dei contratti pubblici per definire i prezzi di riferimento. Tra i diversi motivi di illegittimità rilevati, il limitato numero di rilevazioni effettuate e la conseguente scarsa rappresentatività del campione, ma anche l’uso errato della classificazione nazionale dei dispositivi medici, che fa sì che il prezzo di riferimento non siano confrontabili con i singoli dispositivi e con le caratteristiche concrete delle singole gare. «Siamo soddisfatti», dice Stefano Rimondi, presidente di Assobiomedica. «Da tempo sosteniamo l’importanza, nel confronto tra prodotti, di tenere conto di tutti i fattori che compongono la fornitura: volumi, modalità di consegna, assistenza tecnica, livello di evoluzione tecnologica del prodotto, formazione degli operatori. Le comparazioni vanno fatte tra prodotti e forniture simili e ora la nostra posizione è sostenuta anche dal Tar del Lazio». Quale sarebbe stato il rischio in sostanza? «I prezzi di riferimento avrebbero obbligato le Amministrazioni ad acquistare sempre più prodotti a prezzi bassi (insostenibili per chi produce dispositivi di buona qualità), penalizzando così l’offerta delle prestazioni della sanità pubblica».