Infermieri: indagine sulla professione

Costituitosi nel novembre 2017, l’Osservatorio Club degli Infermieri si propone di supportare gli infermieri nella professione, fornendo corsi di aggiornamento, supporto legale quando necessario, tool, moduli e calcolatori da usare sul campo e news e approfondimenti. L’obiettivo è favorire la valorizzazione della professione infermieristica nel nostro Paese.

Di recente, l’Osservatorio ha presentato i dati della sua prima indagine sulla professione, alla quale hanno partecipato sia infermieri che lavorano nel SSN (69%) sia infermieri impiegati nella sanità privata o che lavorano come liberi professionisti (27%). Oltre tre quarti degli interpellati svolge la propria professione da più di 20 anni.

Uno dei primi dati che emerge dall’indagine è la diffusa insoddisfazione degli infermieri, che faticano a conciliare la propria attività lavorativa con quella privata e famigliare: solo il 6% si è infatti dichiarato pienamente soddisfatto. Per il 16 % degli intervistati il problema sta nei carichi di lavoro eccessivi, che derivano da una carenza cronica di personale, mentre per il 22% il fulcro sta nella retribuzione, considerata insufficiente.

C’è poi un 19% del campione che vorrebbe avere maggior riconoscimento professionale, al quale si affiancano un 14% che chiede maggiori tutele e a un ulteriore 14% che vorrebbe maggiori opportunità di carriera, infine un 48% che dichiara di svolgere spesso mansioni non coerenti con il proprio profilo professionale. Al senso di insoddisfazione si aggiunge inoltre la sensazione di insicurezza, più che comprensibile, considerando che il 51% del campione ha subito almeno una aggressione.

Più importanza alla formazione

Una buona fetta del campione, ovvero l’83%, vorrebbe che la formazione infermieristica fosse più specializzata e pratica, così da poterla spendere meglio in corsia.

In merito a quali aree approfondire, le risposte principali sono: telemedicina e sanità digitale (19%), area critica (17%), assistenza domiciliare e territoriale (16%) e case management (15%).

Una soluzione per risponder a questa esigenza potrebbe essere la formazione continua: il 21% del campione richiede, infatti, ECM di qualità.

Si potrebbe, inoltre, investire in un costante ammodernamento dei contenuti da offrire durante il percorso universitario, così da seguire l’evoluzione in atto nel sistema salute, per esempio inserendo nozioni sulla sanità digitale: il 72% degli interpellati riconosce gli strumenti digitali come un potenziale alleato nel proprio lavoro.

In generale, la metà degli infermieri (54%) percepisce il percorso universitario come ancora migliorabile, segnalando la necessità di una preparazione più aderente alle sfide reali della professione.

Motivi per l’abbandono della professione

Il 58% degli intervistati sta riflettendo rispetto al proprio futuro lavorativo, prendendo in considerazione l’idea di cambiare professione. Una decisione che metterebbe a dura prova il nostro sistema salute, che con 6,5 infermieri ogni 1000 abitanti è già sotto soglia rispetto alla media europea, che è di 9 su 1000. Il report sottolinea quindi l’importanza di «intervenire con politiche mirate e investimenti concreti significa non solo trattenere talenti preziosi, ma anche rafforzare un sistema sanitario che possa guardare con fiducia al futuro, valorizzando appieno l’esperienza e le competenze degli infermieri».