Irccs Gemelli rinforza la radiologia interventistica

Roberto Iezzi, direttore della UOC Radiologia d’Urgenza e Interventistica Policlinico Gemelli Irccs di Roma

Tra le procedure più consolidate della radiologia interventistica c’è il trattamento dei sanguinamenti toraco-addominali, condizione clinica che accomuna pazienti che hanno subito traumi stradali e pazienti oncologici sottoposti a procedure chirurgiche complesse.

«Uno dei traumi più comuni in caso di incidente stradale riguarda la milza», ricorda il prof. Roberto Iezzi, direttore UOC Radiologia d’Urgenza e Interventistica Policlinico Gemelli Irccs di Roma. «Al posto della splenectomia, negli ultimi anni si ricorre sempre più spesso all’embolizzazione, una tecnica di non operative management, cioè di controllo del sanguinamento, senza rimozione chirurgica dell’organo.
A tal riguardo sta iniziando l’arruolamento di un registro internazionale al quale parteciperemo per valutarne i risultati a confronto con il riferimento chirurgico, soprattutto in termini di sicurezza e miglioramento dell’outcome del paziente».

La gestione non operatoria del sanguinamento, o embolizzazione, può però essere utile anche per accompagnare all’intervento un paziente con lesione ipervascolarizzata: si chiudono alcuni vasi così da ridurre la vascolarizzazione del letto chirurgico e il rischio procedurale.

L’avvento di nuovi materiali e tecnologie

Parlando di embolizzazione, importante ricordare l’avvento recente di nuovi materiali, come le microsfere biodegradabili. Queste possono essere utilizzate per veicolare direttamente al tumore i chemioterapici, evitando gli effetti collaterali propri di una emabolizzazione. Al Gemelli è in avvio una sperimentazione di queste microsfere su pazienti con epatocarcinoma.

Spiega Iezzi: «la sperimentazione inizierà sul fegato e poi verrà estesa ad altri ambiti. È un trial multicentrico internazionale di fase 4 che sarà coordinato dal Gemelli».

50 i pazienti coinvolti nella prima fase. Accanto ai nuovi materiali, la radiologia interventistica può contare su nuove tecnologie basate su intelligenza artificiale e software di guida.

Riprende Iezzi: «l’intelligenza artificiale serve in urgenza per aiutare il radiologo a porre diagnosi più precise con rapidità, ma anche nell’identificazione di fattori predittivi di selezione e risposta del trattamento. I sistemi software di guida ci consentono di posizionare con maggior precisione i nostri dispositivi all’interno o intorno alle lesioni, per avere una miglior copertura del tumore e un maggior margine di sicurezza, che amplifica e aumenta la probabilità che il nostro trattamento possa essere curativo e definitivo».

La radiologia interventistica consente però di ridurre l’uso del bisturi anche in presenza di lesioni benigne, come l’ipertrofia prostatica, i fibromi uterini e le emorroidi sanguinanti.

I principi alla base della radiologia interventistica

Le fondamenta alla base della radiologia interventistica sono: velocità, perché la procedura deve essere il più rapida possibile per mettere in sicurezza il paziente, soprattutto se si tratta di soggetti in condizioni instabili o a rischio di vita; sicurezza, garantita dall’uso di procedure di imaging che guidano la mano dell’operatore e i dispositivi che utilizza; efficacia, necessaria per riuscire a risolvere il problema su cui si interviene. Questi stessi principi sono alla base anche della radiologia d’urgenza.