Melanoma: meno biopsie con la microscopia confocale riflettente

(immagine: Canva)

Ogni anno in Italia vengono effettuate circa 15 mila nuove diagnosi di melanoma cutaneo, il più raro tra i tumori cutanei e certamente il più aggressivo. Si tratta inoltre di uno dei tumori più comuni nel giovane adulto, con esordio anche prima dei 30 anni.

La diagnosi precoce è fondamentale per poter avviare rapidamente i percorsi terapeutici più indicati per il singolo paziente.

Lo strumento principe per la fase diagnostica è l’epiluminescenza, una speciale tecnica di ingrandimento e illuminazione della pelle che consente di valutare attentamente le lesioni cutanee.

In alcuni casi però non basta, o perché le lesioni sono particolari o perché si trovano in posizioni delicate. In questi casi si può intervenire con una tecnica differente, utilizzando la microscopia confocale riflettente che porta l’osservazione della lesione a una profondità maggiore, rendendo superfluo l’uso del bisturi. L’obiettivo è ridurre il numero di biopsie effettuate per la diagnosi del melanoma.

Il paziente tipo

Giuseppe Spadola, specialista in Dermatologia e Venereologia presso la Divisione di Chirurgia del Melanoma dell’Irccs Fondazione Istituto Nazionale dei Tumori, dove la tecnica è usata da circa quattro anni, spiega che la microscopia confocale riflettente è «una una sorta di biopsia virtuale che consente di leggere l’architettura dei tessuti e le cellule direttamente sulla cute, senza dolore né anestesia, semplicemente appoggiando una sonda».

Per quanto riguarda il paziente tipo su cui si può utilizzare questo strumento diagnostico, le indicazioni parlano di pazienti pediatrici con nei sospetti, o con nei localizzati sul volto e di difficile interpretazione, così come di pazienti a rischio e sotto terapia immunosopressiva, che sia per un trapianto o per altra ragione.

Sono pazienti fragili sui quali può essere utile evitare l’uso del bisturi per effettuare una biopsia tradizionale. Oltre che in fase diagnostica, la microscopia confocale riflettente svolge un importante ruolo anche nella fase chirurgica, permettendo di valutare con precisione i margini delle lesioni da operare e migliorando l’intervento di asportazione delle lesioni tumorali stesse, favorendo quindi una chirurgica conservativa.

L’impegno dell’INT nel diffondere la tecnica

Nonostante i tanti vantaggi offerti dalla microscopia confocale riflettente, la tecnica è ancora poco conosciuta e, quindi poco richiesta dagli specialisti del territorio.

Per questo gli operatori della Divisione di Chirurgia del Melanoma dell’INT sono impegnati anche in campagne di sensibilizzazione, per «raggiungere i colleghi sul territorio, affinché possano avvalersi di uno strumento utile per migliorare l’accuratezza diagnostica e risparmiare al paziente interventi inutili e potenzialmente dannosi», come sottolineato da Spadola.

Inoltre, la Divisione si occupa di sensibilizzare la popolazione sul melanoma, perché la diagnosi precoce in questo caso dipende sì dal medico, ma anche dal soggetto stesso che deve effettuare un controllo dei propri nei, così da recarsi dal dermatologo appena si individua un cambiamento.

Fonte: CS INT