Fondazione Gimbe ha curato un’indagine sull’attuazione della Missione Salute del PNRR. Il monitoraggio si è concentrato sul reale stato di avanzamento dei 14 obiettivi europei ancora da raggiungere: 3 entro dicembre 2025 e 11 entro giugno 2026.
Al 30 giugno 2025, sono state rispettate le due scadenze europee sul finanziamento di progetti di ricerca e tutte le precedenti, ma il raggiungimento degli obiettivi presenta delle criticità o procede a rilento.
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gambe ha commentato: «per la Missione Salute del PNRR sono state raggiunte le quattro scadenze previste entro la fine del secondo trimestre di cui due europee.
Tuttavia, a un anno dalla rendicontazione finale, al di là del rispetto formale delle scadenze e dell’incasso delle rate, la spesa effettiva delle risorse e l’avanzamento reale degli obiettivi procedono con estrema lentezza e con inaccettabili diseguaglianze tra le Regioni.
In particolare, delle 14 misure da completare entro giugno 2026, almeno 5 presentano criticità di attuazione, mentre per 5 le informazioni pubblicamente disponibili non sono sufficienti per valutarne lo stato di avanzamento. 4 misure risultano quasi completate o già raggiunte».
Per quanto riguarda le risorse, secondo la Relazione sullo Stato di Attuazione del PNRR della Corte dei Conti, pubblicata lo scorso 15 maggio, al 31 dicembre 2024 risultavano ancora da spendere € 12,81 miliardi, pari all’82% dei fondi assegnati.
Una percentuale che colloca la Missione Salute al penultimo posto per spesa sostenuta (18%), davanti solo alla Missione 5 (Inclusione e Coesione) ferma al 15,9%.
«Questi numeri documentano che serve un impulso decisivo per completare i progetti e trasformare in servizi le risorse da spendere, senza alcun margine per ritardi o inerzie».
Per completare la Missione Salute devono essere raggiunti 13 target e 1 milestone: 3 target entro il 31 dicembre 2025 ai fini dell’erogazione della IX rata; 10 target e 1 milestone entro il 30 giugno 2026 per incassare la X rata. «Il vero nodo è che il 30 giugno 2026 non segna solo il completamento formale dei target, ma coincide con la consegna reale di tutte le strutture e i servizi finanziati dal PNRR, che dovrebbero tradursi in un concreto miglioramento dell’assistenza sanitaria».
Dall’analisi di Fondazione Gimbe è emerso che i target in netto ritardo sono tre:
- Case della Comunità: il target prevede che entro il 30 giugno 2026 siano pienamente operative almeno 1.038 Case della Comunità, dotate di servizi e personale sanitario. A dicembre 2024, solo 164 strutture (15,8%) avevano attivato tutti i servizi previsti e, tra queste, appena 46 (4,4%) disponevano di personale medico e infermieristico. In 485 strutture (46,7%) risultava attivo un solo servizio, mentre le rimanenti 389 Case di Comunità (37,5%) non risultavano aver attivato alcun servizio.
- Ospedali di Comunità: l’obiettivo prevede che entro giugno 2026 dovrebbero essere pienamente funzionanti almeno 307 Ospedali di Comunità, le strutture intermedie per accogliere i pazienti dimessi dagli ospedali per acuti, debbano essere pienamente funzionanti. Al 20 dicembre 2024, solo 124 strutture (40,4%) dichiaravano almeno un servizio attivo e non è riportata alcuna informazione sul personale sanitario
- Posti letto in terapia intensiva e semi-intensiva: prevede l’attivazione, entro giugno 2026, di 2.692 posti letto di terapia intensiva e 3.230 di semi-intensiva. Al 21 marzo 2025, risultano attivati solo 890 letti di terapia intensiva (33,1%) e 1.199 di semi-intensiva (37,1%).
I target che presentano dei ritardi significativi sono due:
- Interventi di antisismica: il PNRR ha finanziato interventi antisismici in tutto il Paese, per mettere in sicurezza almeno 84 ospedali. A febbraio 2025 risultavano attivi o conclusi 86 cantieri, ma la spesa effettivamente sostenuta era ferma all’11% del totale, con una media ancora più bassa nel Mezzogiorno (6%).
- Adozione del FSE in tutte le Regioni: a marzo 2025 solo 6 documenti su 16 risultano disponibili in tutte le Regioni. Inoltre, solo il 42% dei cittadini ha fornito il consenso alla consultazione dei propri dati.
Sono quattro i target in via di completamento o che sono già stati completati:
- Progetti di ristrutturazione e ammodernamento degli ospedali (ex art. 20): è stato erogato almeno il 90% di € 250 milioni.
- Assistenza domiciliare integrata (ADI) negli over 65: l’obiettivo prevede di aumentare i pazienti in ADI di almeno 842.000 unità rispetto al 2019. Il dato di fine 2024 certifica il superamento del target ben 18 mesi prima della scadenza.
- Grandi apparecchiature sanitarie: il target è riferito al collaudo delle apparecchiature. Dei 3.223 macchinari previsti, al 31 gennaio 2025 ne risultavano ordinati 3.126 (97%), consegnati 2.578 (80%) e collaudati 2.482 (77%).
- Contratti di formazione specialistica: A partire dall’anno accademico 2020-21 sono stati stanziati € 538 milioni per i 4.200 contratti di formazione medico-specialistica previsti dall’obiettivo
Infine, i target non valutabili per mancanza di dati sono cinque:
- almeno 300.000 persone assistite con strumenti di telemedicina,
- digitalizzazione di 280 strutture ospedaliere sede di DEA,
- alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) da parte dei Medici di Medicina Generale (MMG),
- tessera sanitaria elettronica e interoperabilità del FSE,
- formazione su competenze e abilità di management e digitali per 4.500 professionisti sanitari.

«A 11 mesi dalla rendicontazione finale della Missione Salute del PNRR – ha concluso Cartabellotta – 5 dei 14 target presentano ritardi di attuazione, di cui 2 particolarmente critici (Case e Ospedali di Comunità), mentre per 5 target è impossibile effettuare una valutazione indipendente per mancanza di dati pubblici. La Fondazione Gimbe invoca una stretta collaborazione tra Governo, Regioni e ASL al fine di completare con successo il percorso ed evitare tre rischi che il Paese non può permettersi. Il primo, assolutamente da scongiurare, è di non raggiungere i target europei e dover restituire il contributo a fondo perduto. Il secondo, difficile da neutralizzare, è di raggiungere il target nazionale senza ridurre le diseguaglianze regionali e territoriali, aumentando ulteriormente il divario Nord-Sud. Il terzo, il più paradossale, è di incassare le rate senza generare alcun beneficio per cittadini e pazienti, lasciando in eredità alle future generazioni strutture vuote, tecnologie digitali non integrate nel SSN e, last but not least, un pesante indebitamento. Sprecando un’occasione irripetibile per rafforzare la sanità pubblica».
 
            

