Una delle misure imposte dall’emergenza da Covid-19 alle strutture sanitarie è stata la sospensione delle attività di diagnostica in elezione.
In che modo si può garantire continuità di servizio senza esporre i pazienti al rischio di contagio? E, più in generale, come si concilia l’erogazione in sicurezza dei servizi di diagnostica con la necessità, in questo periodo, di evitare il sovraffollamento?

Una risposta viene dal team multidisciplinare di Rx Home, start up che ha sviluppato un servizio di diagnostica per immagini domiciliare e di telemedicina.

L’obiettivo è supportare il SSN in un processo di decentralizzazione orientata anche all’alleggerimento delle liste d’attesa, oltre che alla riduzione del rischio di contagi, aspetto cruciale oggi, soprattutto in prospettiva dell’imminente ingresso dell’Italia in fase 2.

Il team farà partire il servizio in maggio in Abruzzo e, una volta creata lì una rete capillare, punta a estendere il progetto ad altre Regioni.

Rx Home – che per far crescere il suo progetto si appoggia a Crowdfundme – sfrutta il machine learning e l’intelligenza artificiale per:

  • creare un algoritmo di efficienza per la gestione degli appuntamenti in cui si suggeriscono ai pazienti date e orari in base al calendario dei tecnici sanitari di radiologia medica
  • creare un algoritmo che supporti il radiologo nella refertazione in telemedicina
  • gestire la refertazione in cloud in collaborazione con Paxera Health.

Tale sistema permette al radiologi di visionare le immagini su dispositivi mobile o desktop e permette a pazienti e medici di ricevere un link per visualizzare referti e immagini.

La dotazione tecnologica di Rx Home consiste in:

  • un’unità x-ray portatile leggera (8 kg) e maneggevole ad alta frequenza (kV range 40-100, e mAs range 0.3-50)
  • un flat panel ad alta sensibilità e risoluzione (3,5 Ip/mm con pixel pitch di 140µm) in grado di trasformare la radiazione in immagine, con trasferimento dati tramite interfaccia wireless ad alta velocità di trasmissione
  • laptop con software dedicato per la rielaborazione delle immagini, in grado di inviare le immagini in cloud al medico radiologo refertante in telemedicina.

Oggi, dei 40 milioni di esami radiologici eseguiti in un anno meno di 10.000 sono effettuati a domicilio, ma questo dato potrebbe arrivare, secondo le stime di Rx Home, a 28 milioni l’anno.

Cristina Suzzani