La Società Italiana di Ematologia si dà un Codice etico

«La Società Italia di Ematologia (SIE) è tra le società scientifiche inserite nell’elenco del Ministero della Salute che ha individuato 293 società deputate alla stesura delle linee guida di pratica clinica cui i medici devono attenersi e che serviranno per stabilire la responsabilità medico-sanitaria in caso di contenzioso legale, come previsto dalla legge Gelli. Ecco perché a maggior ragione abbiamo voluto dotarci di un codice etico» è la dichiarazione di Paolo Corradini, presidente SIE e direttore della Divisione di Ematologia della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e Cattedra di Ematologia dell’Università degli Studi di Milano.

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Paolo Corradini, presidente della Società Italiana di Ematologia (SIE)

«Il nostro documento si rifà alla tradizione di rigore scientifico e serietà clinica degli ematologi italiani, e come in passato mette al centro un’idea di medicina che ha a cuore l’integrità della ricerca e la tutela della salute. Siamo in linea con la nostra storia e con quanto già avviene nella Società Americana di Ematologia (ASH) che è anche la più grande società del settore al mondo. È inoltre un codice che ha il coraggio di pronunciarsi su determinate materie in ragione dei principi fondamentali che ci guidano. Infatti, la SIE ha da sempre come obiettivo la buona ricerca, la tutela della salute e della vita, il rispetto dei diritti civili, etici, delle persone a cui si rivolge»

Il documento, che è stato approvato dal Consiglio Direttivo della SIE lo scorso 21 gennaio 2019 e che si compone di 16 capitoli, ha nel conflitto di interesse uno dei suoi capisaldi. In particolare, si richiede trasparenza rispetto all’esistenza o meno di un conflitto di interesse, dal momento che eliminarli del tutto è impossibile e neanche necessario. In presenza di un conflitto di interesse, semplicemente il socio SIE non deve assumere decisioni in nome di SIE o deve discuterne senza evidenziare il proprio conflitto: se ciò non accadesse, il documento stabilisce una serie di sanzioni che vanno dal chiedere al socio di scegliere tra la SIE e il ruolo che genera conflitto all’escludere il socio dalle pubblicazioni, commissione SIE e, addirittura, dalla stessa Società.

Il conflitto di interesse si può agire nei confronti della propria affiliazione ospedaliera, ma anche verso l’industria farmaceutica e la Pubblica Amministrazione (PA). Nel primo caso, viene riconosciuta l’importanza di collaborare con le aziende per il progresso e il miglioramento dell’ematologia, ma si ribadisce che la collaborazione deve essere improntata alla massima correttezza e trasparenza, considerando sempre prioritario l’interesse del paziente. Per quanto riguarda la PA vengono inserite clausole che prevengono la corruzione. Infine viene dettata anche una linea nei confronti della stampa: ogni informazione o comunicazione deve essere rispettosa dell’onore e della riservatezza delle persone; le informazioni e le comunicazioni scientifiche devono essere corrette, chiare e tra loro omogenee e la partecipazione, in nome o in rappresentanza della Società, a eventi, comitati, commissioni e associazioni deve essere regolarmente autorizzata nel rispetto dei regolamenti e dello statuto.

Stefania Somaré