La sostenibilità del SSN passa per priorità esplicite: il Rapporto OASI 2025

Presentato il 3 dicembre scorso, il Rapporto OASI 2025 di CERGAS SDA Bocconi traccia una diagnosi impietosa del SSN, intrappolato tra una crisi strutturale e narrazioni consolatorie. Di fronte ad una ‘coperta troppo corta’ è necessario procedere con scelte coraggiose, definendo priorità esplicite.

Il Rapporto OASI 2025 – Osservatorio sulle Aziende e sul Sistema Sanitario Italiano, presentato dal CERGAS di SDA Bocconi School of Management nell’Aula Magna dell’Ateneo milanese lo scorso 3 dicembre non si limita a fotografare lo stato di salute del Servizio Sanitario Nazionale, ma ne traccia una diagnosi impietosa: il sistema è in una fase di crisi di sostenibilità non solo finanziaria, ma programmatica.

La retorica del “più risorse” o del semplice “taglio costi” è bollata come insufficiente. La vera sfida, secondo OASI, è accettare che la “coperta è corta” e che l’universalismo può essere difeso solo attraverso il coraggio politico di definire priorità esplicite.

Il fallimento della narrativa consolatoria e il reale universalismo

Il Responsabile scientifico dell’Osservatorio, Francesco Longo, ha invitato la classe dirigente a superare quelle che vengono definite “narrazioni consolatorie”. Le tre risposte più frequenti nel dibattito pubblico – aumentare genericamente il finanziamento, perseguire l’efficienza come mera compressione della spesa, e concentrarsi solo sulle liste d’attesa – sono insufficienti perché non affrontano il nodo strutturale: l’impossibilità, in un Paese che invecchia e con una base demografica attiva in contrazione, di continuare a promettere e a erogare “tutto a tutti”.

Il Rapporto ribalta il paradigma: definire chi viene prima, con quale intensità e con quali servizi non è un atto di riduzione dell’universalismo, ma la sua unica forma di protezione. Solo attraverso scelte nette è possibile indirizzare le risorse limitate verso ciò che genera il maggiore valore clinico-sociale, riducendo le iniquità che oggi sono implicite nella frammentazione e nelle disfunzioni.

Le fratture strutturali che mineranno l’equità

L’analisi di OASI evidenzia la distanza tra la domanda crescente e la capacità di risposta effettiva del SSN, una disconnessione che si traduce in un progressivo trasferimento dell’onere sul cittadino e sul privato.

Il dato più allarmante di questo gap tra domanda e offerta riguarda il 60% delle prescrizioni che non si traduce in una prestazione erogata in regime SSN. Questo disallineamento strutturale tra l’indicazione clinica e la capacità erogativa pubblica è l’origine principale della spesa out-of-pocket forzata e della rinuncia alle cure, compromettendo l’accesso equo ai servizi.

L’impatto dell’invecchiamento è altresì gestito male. Esemplare in tal senso il problema della non autosufficienza: su oltre 4 milioni di anziani non autosufficienti, solo l’8% accede formalmente a una RSA. Questa lacuna non fa che aggravare il sovraccarico delle famiglie e dei servizi territoriali di base, che faticano a gestire la complessità assistenziale cronica.

Al di là del divario Nord-Sud, il Rapporto OASI denuncia anche l’esistenza di variazioni ingiustificate nell’utilizzo delle prestazioni all’interno dei singoli territori di una stessa Regione. Ciò implica che, anche a parità di risorse regionali, le disparità di accesso e di cura sono determinate da inefficienze gestionali locali e dalla mancanza di linee guida omogenee a livello micro.

La doppia agenda del management

In un contesto di priorità politiche spesso non esplicitate, OASI assegna ai manager sanitari un ruolo cruciale, delineando il concetto di “doppia agenda”.

  • L’agenda visibile è legata agli adempimenti formali e alle richieste esplicite del decisore politico.
  • L’agenda strategica è quella che i manager sono chiamati ad agire autonomamente, interpretando i compromessi non dichiarati dalla politica.

I manager devono utilizzare questo ampio margine di autonomia per decidere quali servizi potenziare per primi, operando un governo attivo non solo dell’offerta (lavorando sull’efficienza interna), ma anche della domanda (gestendo le priorità di accesso). Questa responsabilità manageriale è vista come l’unico vero strumento per tutelare la sostenibilità dell’universalismo, garantendo che le risposte più urgenti arrivino effettivamente a chi ne ha più bisogno, anche in assenza di chiare indicazioni politiche.

Le cinque sfide governabili: dove intervenire subito

Il Rapporto non si ferma alla critica, ma individua cinque ambiti operativi che, pur non risolvendo la crisi finanziaria, possono essere gestiti immediatamente dal management per generare valore. Innanzitutto è necessaria una riorganizzazione delle professioni e dell’attrattività che punti ad affrontare la crisi di personale, in particolare attrarre e trattenere gli infermieri, attraverso modelli organizzativi più flessibili e valorizzanti.

Serve quindi un aggiornamento e allineamento tariffario: un sistema tariffario obsoleto o non allineato ai costi e agli standard di qualità determina distorsioni di mercato e inefficienze. Quindi bisogna agire sul procurement, puntando a migliorare l’efficacia e la qualificazione degli strumenti di acquisto di beni e servizi sanitari. Una spesa più intelligente è essenziale per liberare risorse.

Infine, si deve implementare concretamente un modello “digital & remote first”, superando l’utilizzo meramente strumentale della digitalizzazione. La vera trasformazione passa per l’adozione su larga scala, inclusi i Medici di Medicina Generale. Infine, è essenziale garantire la continuità assistenziale tra i diversi punti di erogazione (ambulatori, Case della Comunità, ospedali). Un approccio multicanale evita la frammentazione e assicura che il paziente sia seguito lungo tutto il percorso di cura e assistenza territoriale.

OASI e l’impatto dell’AI

L’integrazione del Rapporto con l’HealthTech XPO conferma lo sguardo di OASI verso l’innovazione europea. La sessione parallela dedicata all’ecosistema digitale e all’AI ha evidenziato che il futuro del SSN dipenderà anche dalla capacità di integrare queste tecnologie in modo etico ed efficace. L’AI, la Telemedicina e i nuovi modelli di business non sono solo strumenti di efficientamento, ma elementi che ridefiniranno completamente i processi assistenziali, imponendo ai manager di acquisire nuove competenze per governare questa trasformazione e mantenere il controllo sulla qualità e sull’equità dell’assistenza erogata.

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