Ormai i diversi organismi a livello internazionale (Ispesl-Italia, HTM-Inghilterra, RKI-Germania, AORN-Stati Uniti ecc.) concordano nell’affermare che il trattamento degli strumenti chirurgici dopo l’uso e prima della sterilizzazione deve seguire le fasi: decontaminazione, lavaggio, disinfezione. Il lavaggio, in particolare, è la fase che deve garantire la rimozione dei residui organici e preparare il carico affinché la successiva disinfezione avvenga nelle condizioni migliori possibili, riducendo la presenza di residui che potrebbero inficiare il processo. La metodica di lavaggio delle lavastrumenti assicura un’omogenea rimozione dello sporco, grazie a una concentrazione di soluzione detergente costante, a condizione però che il caricamento avvenga senza zone d’ombra (non sovrapposto). All’azione meccanica di detersione è associato un processo di disinfezione termica (preferibile e misurabile grazie al concetto di A0, detto “A con zero”) o chimica, spesso più aggressiva con i materiali e più difficile da gestire in termini pratici (stoccaggio liquidi, eventuale inattivazione post utilizzo) e ambientali. I presupposti per un ottimo lavaggio degli strumenti sono: buona qualità dell’acqua; buona qualità e adeguato dosaggio dei prodotti usati; accurata manutenzione e controllo dell’azione meccanica; verifica della temperatura di lavaggio e disinfezione; caricamento corretto; apertura degli strumenti a snodo; non sovraccarico di cestelli o panieri; gli strumenti piccoli non devono essere coperti da quelli grossi; gli strumenti con cavità devono essere lavati all’interno, quindi vanno trattati con accessori specifici.