Su iniziativa dell’on. Loizzo, presidente Intergruppo Parlamentare delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, è stato presentato alla Camera dei Deputati un documento redatto dalle società scientifiche IG-IBD, SINuC e SINPE relativo al modello di gestione della presa in carico del paziente con MICI affetto da malnutrizione (Progetto Ponte), accompagnato da una cost consequence analysis relativa all’impatto economico della malnutrizione correlata alle MICI.
Circa un terzo dei pazienti MICI è affetto da malnutrizione, condizione spesso sottovalutata e generata dalla mancanza di strumenti standardizzati di valutazione e di un percorso chiaro di gestione nutrizionale: l’esigenza del documento presentato nasce da qui.
Il documento di presa in carico è stato realizzato con la metodologia del lean management e si propone di sopperire alla mancanza di strumenti standardizzati di valutazione e di un percorso chiaro di gestione nutrizionale.
Antonella Lezo, presidente della SINPE – Società Italiana Nutrizione Artificiale e Metabolismo, ha parlato del progetto: «il percorso proposto dal lavoro multisocietario è stato costruito tenendo conto non solo delle evidenze scientifiche, ma anche della concreta fattibilità e dell’attuale strutturazione dei centri IBD sul territorio nazionale.
Introdurre lo screening nutrizionale in modo sistematico e definire percorsi assistenziali graduati, in base alla gravità della malnutrizione e al profilo clinico del paziente, significa rendere la presa in carico nutrizionale una componente reale e misurabile dei percorsi di cura. È un passo necessario per migliorare gli outcomes, ridurre le disuguaglianze territoriali e valorizzare finalmente la nutrizione come parte integrante della cura».
Le società scientifiche hanno inserito nel documento alcune soluzioni:
- aumentare il numero di posti per il corso di laurea di specializzazione in medicina in “scienze dell’alimentazione con indirizzo nutrizione clinica” per avere a disposizione più risorse qualificate a supporto delle IBD UNIT
- inserire in maniera obbligatoria corsi di formazione in materia di nutrizione clinica nelle lauree di Medicina e Chirurgia e nella scuola di specializzazione in gastroenterologia
- digitalizzare le cartelle cliniche dei pazienti affetti da MICI e inserire come obbligatorio lo screening con tool validati (MUST) per i gastroenterologi
- introdurre nel nomenclatore nazionale delle prestazioni specialistiche ambulatoriali della terapia dietetica (dieta alimentare), come già fatto per altre malattie (fenilchetonuria, insufficienza renale cronica), oltre che della terapia nutrizionale a carico del SSN per pazienti affetti da MICI
- istituire un fondo dedicato all’erogazione in gratuità degli ONS (terapia nutrizionale orale) su prescrizione medica per pazienti con malnutrizione severa/moderata, valutando una distribuzione più snella e meno onerosa, per esempio presso farmacie territoriali.
«Il lavoro intersocietario ha consentito di analizzare il problema della presa in carico metabolico-nutrizionale dei pazienti con MICI con diverse angolazioni, nel tentativo riuscito di intercettare le dinamiche che determinano l’ancora insufficiente consapevolezza dei bisogni nutrizionali di questi malati – ha aggiunto Maurizio Muscaritoli, presidente della Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo (SINuC). Tra queste, la non ottimale formazione in ambito nutrizionale sia nei corsi di laurea sia nelle scuole di specializzazione medica, che non riguarda solo i soggetti affetti da patologie gastrointestinali, ma è stata individuata come una delle cause, correggibile attraverso l’implementazione di percorsi formativi adeguati.
Nel frattempo, è fondamentale il ruolo delle società scientifiche e delle associazioni di pazienti del settore nel promuovere conoscenza e consapevolezza di un bisogno che è ancora largamente non soddisfatto».
Vincenzo Florio, presidente dell’associazione pazienti M.I.Cro Italia ODV, ha ribadito l’importanza di seguire una dieta sana: «la nutrizione non è solo una questione di benessere fisico, ma rappresenta un elemento fondamentale per il controllo delle infiammazioni e il miglioramento della qualità della vita per chi soffre di MICI.
Come pazienti, sappiamo che l’intervento nutrizionale adatto può ridurre l’intensità dei sintomi e promuovere la remissione della malattia. È quindi essenziale che i pazienti non si sentano soli nel loro percorso, ma che possano contare su un supporto che integri le competenze mediche con una consapevolezza nutrizionale a 360 gradi».
Una valutazione farmacoeconomica di Paolo Sciattella, professore presso l’Università di Roma Tor Vergata, ha evidenziato l’impatto significativo sui costi sanitari dei pazienti con MICI in Italia.
Lo studio ha rilevato che la malnutrizione del paziente con MICI comporta non solo peggiori outcome per il paziente, ma anche un significativo aumento di spesa: la spesa media per paziente malnutrito è pari a oltre € 10.800, contro € 6.800 per gli pazienti non malnutriti (+€ 4.000 +59,9%). Sono circa 2.000 pazienti ospedalizzati nel 2018 per MICI con diagnosi di malnutrizione hanno generato una spesa per il SSN di circa € 9 milioni in un solo anno.
Sarà necessario intervenire precocemente con una valutazione e una terapia nutrizionale adeguata con lo scopo di migliorare gli esiti clinici e ridurre i costi sanitari. Per questo, è essenziale assicurare una copertura uniforme su tutto il territorio nazionale dell’erogazione gratuita degli AFMS.