Medicina Generale: formazione e riorganizzazione in Lombardia

La Lombardia è una delle Regioni italiane ad aver avuto, negli ultimi anni, maggiori problemi con i medici di medicina generale. A tal proposito, lo scorso 25 marzo la Giunta lombarda ha approvato i nuovi indirizzi organizzativi e didattici per la progettazione e l’attuazione del corso di formazione in Medicina Generale per il triennio 2019/2021, secondo la proposta dell’assessore al Welfare Giulio Gallera.
Un primo punto essenziale riguarda l’aumento del numero di tirocinanti, che passa da 136 a 388, voluto proprio per garantire continuità assistenziale ai cittadini.

Gallera - Regione Lombardia - Formazione Medicina Generale
Giulio Gallera, assessore al Welfare Regione Lombardia

«Il nuovo modello organizzativo dei corsi di formazione affronta una fase di cambiamento radicale del sistema di welfare e, per questo, prevede un focus particolare sull’evoluzione del sistema socio-sanitario regionale in termini di “presa in carico” del paziente cronico con i piani di assistenza individuali. La classe medica che andremo a istruire sarĂ  quindi ben preparata ad affrontare le nuove sfide che i mutamenti epidemiologici rendono piĂą che mai attuali» ha dichiarato l’assessore Gallera.

La riorganizzazione dei corsi di formazione prevede una stretta collaborazione tra la Direzione Welfare, le ATS e le ASST, e la Federazione Regionale degli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri.

Oltre alla formazione triennale, la Regione sta mettendo in atto altre misure a beneficio dei cittadini, tra cui:

  • la nomina di un titolare per coprire un territorio scoperto causa pensionamento di un medico, in attesa dell’arrivo del titolare;
  • la rilevazione delle zone territoriali carenti di medici, in base al rapporto 1:1300 abitanti e le indicazioni di obbligatorietĂ  dell’apertura di un ambulatorio da parte del nuovo medico in uno specifico comune;
  • l’ampliamento del massimale di scelte da 1500 a 1800 pazienti, qualora nell’ambito territoriale vi siano pazienti senza assistenza sanitaria.

Stefania Somaré