Miglior uso delle ambulanze con la telemedicina

Non sempre chi richiede un trasporto con ambulanza ne ha reale necessità. Esistono però casi in cui stabilire o meno a distanza se il trasporto è necessario o meno è complicato. In queste situazioni, poter osservare un paziente attraverso la telemedicina e, in qualche modo, visitarlo a distanza, può consentire una migliore stratificazione della popolazione e un uso più adeguato delle stesse ambulanze.Ambulanza e telemedicina

A Huston, in Texas, esiste un programma di telemedicina dedicato proprio alla medicina primaria e al trasporto in ambulanza. Ecco come funziona: un paziente chiama per richiedere un trasporto in ospedale; prima di stabilire se inviare o meno un’ambulanza, il paziente riceve una consultazione a distanza con un medico di medicina generale.

Un gruppo di ricercatori ha studiato l’impatto di questo programma sul servizio di ambulanza, analizzandone 36 mesi di attivitĂ  all’interno dello studio “Telehealth Impact on Primary Care Related Ambulance Transports”.
I risultati sono positivi: in 3 anni solo l’11,2% delle chiamate ha avuto reale bisogno di ambulanza. La maggioranza dei pazienti si è potuta presentare all’ospedale in taxi (75,6%), mentre il restante è arrivato con mezzo proprio o non ha proprio dovuto recarsi in ospedale. Le principali cause di chiamata sono state: dolore addominale, diarrea, vomito o nausea, mal di schiena.

Grazie a servizi come questo è quindi possibile migliorare l’uso delle ambulanze, che sono un costo per i sistemi sanitari, oltre che evitare di caricare eccessivamente il Pronto Soccorso, individuando coloro che magari necessitano solo di farsi visitare dal proprio medico.

Stefania Somaré