Morbo di Crohn, quale device è migliore per le stenosi?

In Italia si stima vi siano 150.000 persone affette da malattie infiammatorie intestinali: circa il 30-40% è affetto da morbo di Crohn, patologia che compare tipicamente tra i 20 e i 30 anni d’età, è più rara dopo i 65 anni e ogni tanto si manifesta in età pediatrica.

Caratterizzano la malattia le ulcere intestinali, che possono intervallarsi con aree di tessuto sane e, se non ben curate, possono evolvere in stenosi o fistole. In entrambi i casi, occorre intervenire rapidamente: le prime aumentano il rischio di occlusione intestinale, mentre le seconde originano rischio di infezione.

Nel caso delle stenosi brevi che non siano più trattabili con i farmaci, si può procedere con un intervento endoscopico per installare un pallone dilatabile (EBD) che tenga pervio il canale intestinale: considerato il trattamento per eccellenza, non è sempre efficace. Che fare nei pazienti che non rispondono a questo percorso come desiderato? Si possono utilizzare degli stent di metallo completamente ricoperto auto-espandibili (FCSEMS).

Un ampio team di ricerca spagnolo ne ha testato l’efficacia, paragonandola a quella dei palloni dilatabili. Lo studio, ramdomizzato, multicentrico e open label, ha valutato anche la sicurezza e il costo medio dei due trattamenti. 19 gli ospedali coinvolti in questo lavoro, pubblicato su “The Lancet – Gastroenterology & Hepatology”, per un totale di 80 pazienti con stenosi più corte di 10 cm. Questi sono stati assegnati in modo casuale a uno dei due trattamenti: EBD o FCSEMS.

Nel primo caso è stato scelto un device che permette all’endoscopista di stabilire il diametro di dilatazione a seconda del paziente; sono state effettuate al massimo due sedute di dilatazione, intervallate da 15-30 giorni.

Nel secondo caso, invece, è stato scelto un device di 20 mm di diametro che, come il precedente, consente all’endoscopista di stabilire quanto espandere il lume intestinale decidendone la lunghezza. Gli autori hanno quindi osservato l’efficacia del trattamento calcolando la percentuale di pazienti che non ha avuto bisogno di sottoporsi a un nuovo trattamento entro 1 anno.

Per entrambi i gruppi sono stati registrati eventuali eventi avversi. In questo studio l’EBD si è dimostrato più efficace del FCSEMS: ha consentito all’80% dei pazienti trattati di non dover incorrere in nuovi trattamenti per almeno un anno, mentre il metodo con lo stent ha avuto successo solo nel 51% dei soggetti.

Solo il 3% dei pazienti ha subito un evento avverso, nello specifico di perforazione: 1 nel gruppo EBD e 1 nel gruppo FCSEMS. Entrambi i trattamenti possono quindi essere considerati sicuri. Si consiglia quindi di provare a utilizzare gli stent solo in pazienti per i quali i palloni dilatabili sono inefficaci.

(Lo studio: Loras C, Andújar X, Gornals JB, Sanchiz V, Brullet E, Sicilia B, Martín-Arranz MD, Naranjo A, Barrio J, Dueñas C, Foruny JR, Busquets D, Monfort D, Pineda JR, González-Huix F, Pérez-Roldán F, Pons V, González B, Reyes Moreno J, Sainz E, Guardiola J, Bosca-Watts MM, Fernández-Bañares F, Mayor V, Esteve M; Grupo Español de Trabajo de la Enfermedad de Crohn y Colitis Ulcerosa (GETECCU). Self-expandable metal stents versus endoscopic balloon dilation for the treatment of strictures in Crohn’s disease (ProtDilat study): an open-label, multicentre, randomised trial. Lancet Gastroenterol Hepatol. 2022 Apr;7(4):332-341. doi: 10.1016/S2468-1253(21)00386-1. Epub 2022 Jan 20. PMID: 35065738)

Stefania Somaré