Nuova angioTac all’Istituto Ortopedico Rizzoli

Da qualche tempo i servizi offerti dall’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna si sono ampliati grazie all’acquisizione di una angioTAC che permette di effettuare interventi di radiologia muscoloscheletrica interventistica, tanto diagnostica quanto curativa.

Marco Miceli, direttore della Radiologia Diagnostica e Interventistica dell’ospedale bolognese, spiega: «grazie all’angioTAC e a un team multidisciplinare di medici radiologi, ortopedici, personale tecnico e infermieristico e con il supporto dell’anestesista, nei casi in cui sia ritenuto necessario, da oggi possiamo fare molto di più per i nostri pazienti. Esistono infatti casi in cui il trattamento chirurgico è sconsigliato, come determinate metastasi ossee, che con l’ausilio dell’angioTAC possiamo trattare agendo sui vasi sanguigni che li alimentano embolizzandoli.

L’embolizzazione, ovvero l’occlusione di vasi arteriosi tramite la navigazione con cateteri e microcateteri, è estremamente utile anche nei casi di traumi o di lesioni ipervascolari preoperatorie per ridurre perdite ematiche, sottoponendo così il paziente a minori rischi durante l’intervento chirurgico.
Le possibilità, però, sono innumerevoli: pensiamo alla crioterapia, a masse per cui la sola soluzione era l’intervento chirurgico e che ora, invece, possiamo gestire in Radiologia con un ricovero in day hospital o al massimo una notte in ospedale, salvo casi particolarmente complessi».

Il nuovo macchinario è un sistema ibrido: abbina l’angiografo digitale a uno scanner TAC a 128 strati e a doppia energia, con la possibilità di connettere anche un ecografo.
In questo modo, i radiologi interventistici hanno a propria disposizione più apparecchiature contemporaneamente per valutare lo stato del paziente e trattarlo.
Inoltre, come sottolinea Miceli, i tempi si riducono, mentre «aumentano enormemente le possibilità di cura per i nostri pazienti».

Il sistema garantisce, inoltre, maggior precisione e minore esposizione alle radiazioni ionizzanti. Il macchinario è già stato utilizzato su un paziente con una dolorosa metastasi ossea al bacino che non poteva essere trattato chirurgicamente.
L’equipe ha, quindi, individuato i casi sanguigni che alimentavano la metastasi, sottoponendoli a processo di embolizzazione con l’uso di una speciale colla. Il tutto senza dover spostare il paziente da una sala all’altra e con immagini live del campo di intervento.

Anselmo Campagna, direttore generale del Rizzoli, spiega i motivi dietro questo investimento, del valore di 2 milioni di euro: «questa nuova attrezzatura si inserisce in un più ampio percorso incentrato sul paziente.
È un investimento che qualifica ulteriormente il Rizzoli, sviluppando competenze e attività specialistiche interventistiche, in particolare in ambito oncologico, che affiancano e completano i trattamenti chirurgici e medici e sostiene ancora di più il ruolo dell’Istituto di centro di riferimento nazionale e hub regionale nel trattamento di tutte le patologie muscoloscheletriche.
0Il programma di rinnovamento tecnologico prosegue con l’acquisizione di tecnologie robotiche e di navigazione avanzata, nuove sale operatorie ad alta tecnologia e un rinnovato centro radiologico con potenziamento dell’attrezzatura diagnostica».

Hub di riferimento non solo nazionale, ma anche internazionale, proprio grazie alle acquisizioni tecnologiche.