Open meeting Grandi Ospedali: presentata la terza edizione  

Presentato a Roma l’open meeting 2024 in programma a Napoli il 28 e 29 maggio prossimi. In programma oltre 40 laboratori tematici dedicati alle più importanti sfide sanitarie del momento: dall’intelligenza artificiale alle malattie rare.

A fine febbraio presso l’Auditorium del Ministero della Salute a Roma è stata presentata la terza edizione dell’open meeting Grandi Ospedali, una iniziativa pionieristica nata dalla collaborazione dei principali ospedali italiani e dalla partnership con la Federazione italiana delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere – FIASO, e con Koncept. 

Il progetto Open Meeting e i suoi obiettivi

Il progetto, inaugurato nel 2022 all’Ospedale Careggi di Firenze, cui ha fatto seguito la seconda edizione a Roma lo scorso anno tra il Policlinico di Tor Vergata e l’Ospedale Sant’Andrea, si avvia all’edizione 2024, in programma a Napoli i prossimi 28 e 29 maggio all’Ospedale Cardarelli e al Policlinico Federico II.

L’iniziativa mira a creare un ecosistema di condivisione e confronto nel settore sanitario, includendo entità pubbliche, private e imprese collegate con l’obiettivo principale di analizzare e implementare innovazioni per migliorare complessivamente la qualità delle prestazioni sanitarie e della ricerca, riducendo le diseguaglianze geografiche e promuovendo le eccellenze cliniche italiane a livello globale.

Un momento di cruciale trasformazione per la sanità

“In questo momento di trasformazione radicale della sanità, è stimolante sapere che nei nostri ospedali si stanno portando avanti idee e progetti per individuare le soluzioni migliori per rafforzare le capacità del sistema di rispondere efficacemente e in modo sostenibile alle esigenze dei cittadini, approfondendo temi attuali e coerenti con il processo di riforma del servizio sanitario nazionale che stiamo implementando” ha sostenuto in apertura il Ministro della Salute, Orazio Schillaci.

Le principali sfide del SSN

Tante sono difatti le sfide che il sistema salute si trova davanti, enfatizzate dalla recente pandemia Covid-19 che ha sottolineato l’importanza di una medicina territoriale più forte e più presente. Una sanità di prossimità in grado di rispondere adeguatamente alle esigenze del territorio risulta strettamente collegata anche ad un buon funzionamento degli ospedali. Basti in tal senso pensare che nel 2022 sono arrivati in Pronto Soccorso un 40% di codici bianchi e verdi; soggetti quindi che avrebbero dovuto trovare risposte di salute a livello territoriale. Tra le altre sfide, una modernizzazione del SSN, anche grazie a telemedicina e teleconsulto, che potrebbero finanche permettere di superare gli ancora esistenti gap tra Nord e Sud del Paese. Altro capitolo chiave quello della prevenzione, da potenziare in particolare nelle aree interne del Paese. 

Oggi la sfida dei Grandi Ospedali è quella di essere la culla dell’innovazione per far sì che di qui al 2026 sia possibile far decollare tutte le iniziative previste dal PNRR, è stato ricordato. Tuttavia, non è possibile fare innovazione laddove si riscontra – in numerose strutture – una sofferenza di carattere strutturale. Un punto chiave è e resta quello dell’adeguamento del patrimonio edilizio.

Verso l’ospedale del futuro

Nel corso della tavola rotonda, volta ad illustrare i risultati raccolti e le sfide future, è emerso come anche l’OMS abbia individuato nel modello hub-spoke, con il territorio come realtà di riferimento di prossimità, il migliore modello assistenziale. Il problema che si è evidenziato nel corso del tempo, in particolare nel periodo Covid-19, è stato, almeno in Italia, proprio l’assenza del territorio. Con il DM 77 il tentativo è stato quello di porre le basi di una sanità territoriale che sia in grado di offrire adeguate risposte di salute. Difatti, esiste tra i due soggetti – ospedale-territorio – una stretta interrelazione: il modello territoriale ha bisogno dell’ospedale per acuti mentre l’ospedale ha, dal canto suo, bisogno di un territorio in grado di farsi carico dei codici bianchi e verdi che diversamente confluiscono nei PS.

E poi ci sono i tanti problemi della sanità di oggi, connessi all’introduzione di innovazione e tecnologie digitali: dal Fascicolo Sanitario Elettronico all’AI per la gestione dei dati sanitari alla privacy, senza dimenticare i problemi relativi anche all’edilizia delle nuove strutture che dovranno essere progettate in modo diverso, con sistemi di aperture e chiusure tra le diverse aree per non perdere la lezione del Covid e in previsione di future pandemie.

«Oggi la sanità», ha spiegato Paolo Petralia, direttore generale ASL 4 Liguria e vice presidente FIASO, «si trova a dover affrontare sfide nuove e complesse. Dai processi di digitalizzazione, che spaziano dalla dematerializzazione dei documenti all’uso dell’intelligenza artificiale, fino alla necessità dei Grandi Ospedali di rimanere tali, cioè centri di eccellenza. Questo significa riuscire a progredire nella ricerca contro le malattie più complesse, come quelle rare, e verso nuove ed eventuali pandemie, ma anche rimanere aperti verso il territorio, dalla presa in carico dei pazienti alle cure successive. Questioni rispetto alle quali lavoriamo per fornire risposte puntuali, anche mediante momenti come questo».

Il programma della prossima edizione a Napoli

L’open meeting di Napoli ha già un fitto programma con oltre 40 laboratori destinati al coinvolgimento dei professionisti del settore sanitario, delle grandi aziende del settore Pharma e Biotech, DG di aziende sanitarie sia pubbliche sia private che si confronteranno sui tanti temi ‘caldi’: dalla situazione dei Pronto Soccorso e più in generale dell’Emergenza-Urgenza, alla comunicazione, alla ricerca, senza dimenticare la centralità dei partenariati pubblico-privato e della ricerca traslazionale.

«Dobbiamo sempre passare dall’idea alla ricaduta concreta sull’attività dei Grandi Ospedali», ha sottolineato Petralia.

E proprio in tal senso, sono stati evidenziati i risultati raccolti nelle due precedenti edizioni – al fine di individuare gli obiettivi del prossimo futuro – che hanno riguardato: la creazione di un ambiente favorevole alla ricerca e alla digitalizzazione dei Grandi Ospedali, le competenze e la comunicazione interna, le politiche introdotte per la medicina di genere, l’approccio alle malattie rare, a chirurgia e robotica. Temi questi che, insieme ad altri, saranno oggetto di approfondimento ulteriore nella due giorni partenopea.