Cardio-oncologia: il primo congresso europeo

I trattamenti oncologici, purché salvavita, possono causare gravi effetti sul cuore, tanto che negli ultimi anni si è sviluppata una branca ad hoc, la cardio-oncologia, il cui obiettivo è studiare questi effetti collaterali e monitorarli nel paziente oncologico.
Un settore che ha visto una grande crescita di interesse nel corso degli anni, testimoniata dai numeri di studi scientifici pubblicati sulle riviste specializzate internazionali: 371 nel solo 2020, quando nel 2010 furono solo sette. L’Italia, in particolare, è molto attiva in questo settore.

I tempi sono quindi maturi, tanto da indurre la Società Europea di Cardiologia a organizzare il primo Congresso Europeo di Cardio-Oncologia, tenutosi a Firenze.
In Italia, tra i centri esperti c’è senza dubbio la Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, la cui UO di Cardiologia ha sviluppato un modello integrato di diagnosi oncologica e monitoraggio cardiologico.
Alberto Paolo Barosi, direttore dell’Unità di Cardiologia dell’INT, ricorda che l’INT stesso «è stato parte attiva nella produzione di studi internazionali, come il trial NeoALTTO o il position paper ANMCO sulla gestione cardio-oncologica dei pazienti anziani».

Un modello integrato

L’Unità di Cardiologia è stata ristrutturata profondamente per riuscire a intercettare i pazienti oncologici che sviluppano problematiche cardiache: è stata potenziata la diagnostica non invasiva, con l’implementazione di nuovi ecografi 3D, analisi di funzione miocardica, avvio della cardio-TC e, entro l’anno, della cardio-RMN.

In questo settore è fondamentale la cooperazione, anche con altre strutture sanitarie, per cui Fondazione Irccs INT ha costruito una rete di collaborazione con diversi ospedali pubblici milanesi per l’esecuzione di esami invasivi.

Infine, l’ospedale ha velocizzato i prericoveri, ottimizzando in una sola giornata gli accertamenti cardiologici necessari.

Spiega Barosi: «molti pazienti arrivano al prericovero senza una documentazione cardiologica aggiornata o con cardiopatie non ancora diagnosticate. Il nostro approccio multidisciplinare ci consente di agire in modo rapido e coordinato, evitando ritardi e riducendo i rischi clinici, soprattutto per chi proviene da lontano. È un esempio concreto di medicina integrata e personalizzata».

Il convegno è stato anche occasione per parlare di prevenzione e diagnosi precoce. Il prericovero, con individuazione dei pazienti potenzialmente a rischio di sviluppare cardiopatie a seguito dei trattamenti oncologici facilita la scelta di percorsi terapeutici più consoni per il paziente stesso.

Fondamentale è poi fare una diagnosi precoce di patologie cardiache dovute alla terapia oncologica, per esempio attraverso il dosaggio del NT-proBNP e della troponina T hs.

Fonte: CS INT