Ospedale di Salerno: il metodo e il progetto 

Veduta del nuovo ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona a Salerno (credit: Studio Altieri)

Architettura, umanizzazione e tecnologia distinguono il nuovo San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona, capofila fra i numerosi interventi per il miglioramento e il potenziamento delle strutture ospedaliere campane

L’ing. Roberta Santaniello (Regione Campania) si occupa di progetti e interventi di interesse strategico per l’edilizia ospedaliera e sanitaria e delle attività connesse alla Missione 6. Salute del PNRR, ed è anche responsabile del procedimento per il nuovo ospedale di Salerno.

«Dopo alcuni provvedimenti mirati alla riqualificazione e ristrutturazione dell’attuale nosocomio, abbiamo constatato come l’insieme degli interventi di miglioramento funzionale e adeguamento normativo risultasse economicamente svantaggioso rispetto alla costruzione di una nuova struttura.

È stata perciò indetta una gara per servizi di ingegneria e architettura, con l’obiettivo di individuare il soggetto più adatto a fronteggiare una commessa così complessa e articolata, non solo dal punto di vista edilizio e sanitario, ma anche per quanto attiene gli aspetti urbanistici, ambientali e vincolistici.

Anche grazie all’impegno degli enti a vario titolo interessati dall’opera, l’intero iter è stato molto rapido (circa tre anni) e ha permesso il completamento di tutte le fasi progettuali senza modifiche significative alla proposta originaria, presentata dal gruppo capeggiato da Studio Altieri. Attualmente le opere sono state appaltate e sono in corso i lavori propedeutici alla costruzione».

Umanizzazione e tecnologia

Quali sono gli aspetti qualificanti dell’intervento?

«Il progetto del nuovo San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona è uno dei più importanti avviati dalla Regione Campania per il potenziamento e l’ammodernamento delle strutture sanitarie, nel quadro di un programma di investimenti già approvati nell’ordine di 1,3 miliardi di euro, compresi ospedali e case della comunità e centrali operative finanziati dal PNRR, ai quali si aggiungerà presto un nuovo programma di lavori per 850 milioni.

Il percorso progettuale si è svolto in un clima di fattiva e reciproca collaborazione, in particolare fra la stazione appaltante, la Direzione Sanitaria dell’Azienda Ospedaliera Universitaria e i professionisti incaricati, con l’obiettivo di soddisfare al meglio le esigenze sanitarie, funzionali e organizzative presenti e prevedibili per il futuro.

Qualità architettonica, umanizzazione e comfort sono i principali obiettivi del progetto (credit: Studio Altieri)

Il progetto prefigura un edificio estremamente curato in ogni dettaglio, caratterizzato sia da un’estrema qualità dell’immagine architettonica, con particolare riferimento all’umanizzazione e al comfort degli ambienti, sia dal ricorso o dalla predisposizione per l’impiego di tutte le tecnologie medicali e digitali più evolute.

Il bando per l’assegnazione dei lavori è stato redatto per ridurre quanto più possibile i tempi di realizzazione, per esempio prevedendo la possibilità di lavorare su tre turni per alcune delle opere, in modo da concludere l’intervento entro 1.020 giorni dall’apertura del cantiere».

A prova di emergenza

Con quali modalità il progetto ha recepito l’esperienza maturata durante la pandemia?

«Sono state messe a sistema tutte le indicazioni fornite dal Ministero della Salute, da Agenas ecc., per garantire le migliori condizioni di sicurezza ed efficacia delle attività in caso di un nuovo evento epidemico, a vantaggio di pazienti e personale e della piena efficienza della struttura stessa.

Si tratta di soluzioni utili anche nel caso di altre tipologie di emergenza sanitaria che, anche grazie a un concept progettuale già orientato all’elevata flessibilità (strutturale, spazio-funzionale e impiantistica) e alla puntuale differenziazione e separazione dei flussi, hanno avuto un impatto tutto sommato contenuto.

Prevediamo, perciò, di poter declinare soluzioni simili anche negli altri progetti in itinere, per esempio per il nuovo Santobono a Napoli, per i nuovi ospedali di Battipaglia, Castellamare di Stabia, Penisola sorrentina, Santa Maria Capua Vetere, Sessa Aurunca ecc.».