La Corte costituzionale ha respinto i quesiti del Tar e ha confermato la costituzionalità dell’istituto del payback sui dispositivi medici.
Confindustria Dispositivi Medici e FIFO Sanità Confcommercio lanciano l’allarme, si rischia una crisi irreversibile nel comparto.
“Il payback genererà una crisi senza precedenti dal punto di vista economico, occupazionale e sanitario”, ha dichiarato Sveva Belviso, presidente di FIFO Sanità Confcommercio.
“Secondo lo studio Nomisma commissionato da FIFO Sanità, rischiano il fallimento oltre 1400 aziende e il licenziamento 190 mila addetti ai lavori. Verrà meno gran parte della fornitura agli ospedali di dispositivi medici anche salvavita come stent, valvole cardiache”.
“Gran parte delle imprese sarà nell’impossibilità di sostenere il saldo di quanto richiesto dalle Regioni e dovrà avviare procedure diffuse di mobilità e licenziamento, astenersi dalla partecipazione a gare pubbliche e, in molti casi, interrompere l’attività in Italia”, ha ammonito Nicola Barni, presidente di Confindustria Dispositivi Medici.
“Confindustria Dispositivi Medici chiede con forza al Governo l’immediata convocazione e costituzione di tavoli per gestire la crisi del comparto. Questa sentenza non considera che le imprese potrebbero non essere in grado di provvedere alle forniture, con inevitabile ripercussione sulla capacità del sistema di garantire la tutela della salute dei pazienti”.
Alle imprese si chiedono 1.2 miliardi su bilanci già chiusi in forma retroattiva per gli sforamenti delle Regioni maturati fino al 2018 e altri miliardi per gli anni successivi.
“Ci sono aziende che hanno un payback di oltre il 100% del proprio fatturato”, riprende Belviso. “L’unica soluzione per loro sarà portare i libri in tribunale e lasciare a casa migliaia di lavoratori, con gravi danni per le forniture agli ospedali.