Le malattie valvolari cardiache sono estremamente diffuse nel nostro Paese, come del resto nel mondo e, come denunciato di recente dall’Associazione Cuore Italia, appartenente alla rete internazionale Heart Valve Voice, sono spesso diagnosticate tardi e trattate in modo inadeguato.
Per fortuna non sempre però.
Lo scorso dicembre, a Roma, presso la Fondazione Policlinico Universitario Gemelli, è stato eseguito il primo intervento mininvasivo per sostituire una valvola aortica affetta da stenosi con la nuova valvola biologica Avalus™ di Medtronic. Motivo di orgoglio dell’Istituto è la presenza di un Heart Team, ovvero un’équipe multidisciplinare composta da tutte le figure professionali necessarie per curare il cuore, dai cardiologi ai cardiochirurghi fino agli anestesisti e agli psicologi, che si riunisce ogni giorno per un’ora a discutere i casi da trattare, per decidere insieme come procedere.
«Si tratta di un approccio che ha portato molti benefici in termini di risultati clinici e di soddisfazione dei pazienti e delle loro famiglie», spiega il professor Massimo Massetti, direttore dell’Area Cardiovascolare del Policlinico Agostino Gemelli e professore ordinario di Cardiochirurgia all’Università Cattolica.
Anche in questo caso, il team ha deciso di intervenire su una donna settantenne con evidente necessità di sostituire la valvola aortica per via mininvasiva. Spiega il dottor Massetti, che ha eseguito l’operazione: «la paziente è stata operata nella sala ibrida del Gemelli a dicembre con una degenza complessiva di quattro giorni dopo l’intervento e una riabilitazione di circa due settimane. L’intervento è perfettamente riuscito; l’impianto non è stato seguito da complicanze e la protesi ha dimostrato i vantaggi previsti con un miglioramento della funzione cardiaca e delle condizioni generali della paziente».
La scelta di una valvola biologica è ottimale nel caso di pazienti oltre i 70 anni di età: anche se richiede di essere sostituita dopo 10-15 anni, non necessita di una terapia anticoagulante a vita e al momento del re-intervento può essere inserita tramite intervento percutaneo, più adatto a soggetti di una certa età. Il professor Massetti racconta i vantaggi di questa valvola, che è realizzata in pericardio bovino: «è composta da foglietti valvolari in pericardio montati su un supporto semi-flessibile che ne garantisce il funzionamento favorendone il posizionamento. Ha numerosi vantaggi: un trattamento del materiale biologico, cioè del pericardio, che ne facilita la longevità, un profilo basso e un anello di sutura avanzato (la parte che permette di fissare la valvola a livello del cuore con fili di sutura in grado di saldarla prontamente). Il tessuto artificiale dell’anello, inoltre, favorisce la cicatrizzazione rendendo la valvola ancor più compatibile con l’apparato circolatorio. Un impianto più semplice e più “biocompatibile” rispetto al passato. Infine, permette una migliore gestione del paziente qualora il rimanifestarsi della patologia richieda un nuovo intervento chirurgico o transcatetere».
Stefania Somaré