«In Italia si fa circa un milione di prestazione radiologiche all’anno», afferma Carlo Faletti (nella foto), primario di radiologia al Cto di Torino e presidente della Società Italiana di Radiologia Medica, «ma una su tre è inutile e, se si pensa a quanto il costo di ogni esame incide sulla gestione sanitaria (specie per Tc e Rm), si può immaginare quanto ci perda lo Stato. In più, prescrivere radiografie inutili aumenta del 400% il rischio di essere operati inutilmente. Rendere gli esami più performanti a livello diagnostico e ridurre l’esecuzione delle indagini inutili sono le scommesse della sanità per il futuro». La Sirm ha aderito al progetto “Fare di più non significa fare meglio”, versione italiana di “Choosing Wisely”, la campagna attuata negli Usa per scoraggiare il ricorso a procedimenti medici inutili. In Italia è stata fatta propria dalla rete Slow Medicine, nata nel 2011 e formata da società scientifiche, associazioni, collegi e ordini professionali e gruppi di cittadini.