Radiologia interventistica, le novità a MIO-live

La settima edizione del congresso internazionale MIO-Live (Mediterranean Interventional Oncology), organizzato da Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs (24-25 gennaio) ha presentato le novità sulla radiologia interventistica oncologica.

L’edizione 2022 ha visto la partecipazione della Società di Interventistica Oncologica americana (SIO), di quella europea (CIRSE) e di due società scientifiche coreane (KSIR e KSITA).

L’obiettivo del meeting è stato dare una visione globale dell’interventistica oncologica in ottica multidisciplinare.

«La radiologia interventistica», ha commentato il prof. Riccardo Manfredi, direttore Radiologia Diagnostica e Interventistica Generale del Policlinico Gemelli, «nei centri ad alto livello di specializzazione come il nostro si affianca ormai di routine, agendo anche in modo complementare, alla chirurgia, alla radio e alla chemioterapia, nel trattamento dei tumori. Le procedure interventistiche vengono selezionate, scelte e discusse da un team multidisciplinare e possono essere usate come alternativa alle terapie tradizionali o in associazione alle stesse».

Riccardo Manfredi

Il Gemelli è centro di riferimento nazionale e internazionale in questo campo; ogni anno qui si effettuano oltre 4 mila procedure di radiologia interventistica, metà delle quali in ambito oncologico.

La radiologia interventistica oncologica, una delle branche super specialistiche più high-tech del momento, effettua procedure guidate dall’imaging, cioè da nuove tecnologie ecografiche con fusione di immagini e da sistemi informatizzati e robotizzati di guida degli strumenti. Non prevede né anestesia generale, né esposizioni chirurgiche; per questo il paziente ha una ripresa molto rapida, con minore impatto sulla sua qualità di vita.

«Negli ultimi 10-15 anni», ha ricordato il prof. Roberto Iezzi, direttore della UOC di Radiodiagnostica di Gemelli Molise, radiologo interventista dell’UOC di Radiologia d’Urgenza della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs, «la radiologia interventistica ha trovato applicazione in ambito oncologico, con due tipologie di trattamenti: percutanei e intra-arteriosi».

Roberto Iezzi

L’ablazione percutanea delle lesioni tumorali consiste nel posizionare direttamente a livello delle lesioni tumorali, partendo dall’esterno, aghi e dispositivi per determinarne la necrosi, cioè la distruzione, sfruttando vari tipi di energia e di trattamenti (radiofrequenze, microonde, crioablazione, elettroporazione, elettrochemioterapia).

I trattamenti intra-arteriosi permettono di effettuare chemio-embolizzazioni e radioembolizzazioni, veri e propri trattamenti chemio e radioterapici, mirati però direttamente alla lesione tumorale, per i quali si utilizzano microparticelle superselettive, con diametri variabili e scelti su misura per il tipo di lesione da colpire e del paziente.

Un altro esempio di trattamento sinergico è dato dall’immunoterapia. Le procedure percutanee (crioablazione in particolare) e intrarteriose (radioembolizzazione) hanno un effetto immunomodulante, cioè vanno ad alterare e a determinare una migliore risposta all’immunoterapia.

Indicazioni della radiologia interventistica oncologica. La radioterapia interventistica oncologica nasce per il trattamento delle lesioni primitive (epatocarcinomi, colangiocarcinomi) e secondarie del fegato (metastasi). Oggi le indicazioni si sono estese al trattamento di tumori del polmone, del rene, dell’osso, e si stanno ampliando verso altri tumori, come il pancreas, tumori ginecologici e della prostata.