Un set di 130 domande per valutare l’impatto ambientale, sociale ed economico di un’azienda e della sua supply chain. Anche sanitaria. EIZO si è posizionata tra le 346 aziende migliori tra le 21 mila partecipanti.
In un mondo sempre più complesso e ricco di sfide, una delle parole più diffuse è sostenibilità, definita dalla Treccani come la “condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”.
Il concetto è da tempo applicato anche alla supply chain che dovrebbe, sempre più, tenere conto del proprio impatto a livello ambientale, sociale ed economico.
A livello ambientale occorre calcolare la carbon footprint di un prodotto, dalle materie prime utilizzate fino al trasporto all’acquirente; a livello sociale, è necessario assicurarsi che tutte le persone coinvolte nella supply chain siano tutelate da un punto di vista etico e vengano pagate in modo equo.
Infine, dal punto di vista economico, bisogna focalizzarsi sugli obblighi finanziari che si hanno nei confronti degli stakeholder economici, dei clienti, dei fornitori e dei partner. Quanto detto vale anche per la supply chain sanitaria, che riguarda tutti i prodotti acquistati e distribuiti da una realtà sanitaria, compresa la strumentazione informatica.
Le azioni di EIZO per essere sempre più sostenibile
Parlando di sostenibilità, e recente la notizia che EIZO, azienda produttrice di monitor, ha superato a pieni voti la propria rendicontazione ambientale secondo il Climate Change Questionnaire (CDP): 130 domande strutturate per mettere in luce i potenziali impatti positivi e negativi a livello ambientale, sociale e di governance della Supply Chain aziendale, offrendo così una visione dinamica dei progressi aziendali.
EIZO si posiziona così tra le 346 aziende virtuose su ben 21 mila che hanno compilato il CDP.
Il posizionamento conferma il lavoro volto al miglioramento continuo effettuato dall’azienda, il cui motto è “Enriching people’s work and lives through imaging solution”.
Tra le soluzioni introdotte per far fronte al cambiamento climatico ci sono, per esempio, la divulgazione delle informazioni finanziarie riguardanti il clima in base alle raccomandazioni Task Force on Climate related Financial Disclosures e l’adozione degli obiettivi dell’iniziativa SBR Science Based Targets per ridurre la propria impronta di carbonio. L’obiettivo è stato raggiunto anche lavorando con i fornitori aziendali.
Il CDP
Ente no profit, il CDP è stato fondato solo nel 2023, ma collabora già con 740 istituti finanziari, potendo far affidamento su oltre 136 miliardi di dollari.
Scopo dell’ente, utilizzare i mercati di capitale e approvvigionamento aziendale per motivare le aziende a rendere pubblico il proprio carbon footprint e a ridurre le emissioni di gas serra. In un solo anno o poco più sono state già più di 24 mila le aziende che hanno divulgato i propri dati.