La telemedicina rappresenta un tassello fondamentale della sanità digitale: a fronte di un fabbisogno sanitario crescente, la stessa consente di sfruttare l’innovazione per gestire il rapporto medico-paziente in remoto evitando il sovraffollamento delle strutture e impattando positivamente sul budget sanitario.

L’invecchiamento della popolazione e bisogni sanitari in tendenziale aumento possono trovare una risposta efficace – sia per il paziente, sia per la sostenibilità del SSN – in soluzioni di telemedicina che sfruttando tecnologie e digitale, consentono un rapporto in remoto tra medico e assistito. Tra le principali criticità evidenziatesi negli ultimi anni, un periodo in cui, complice la pandemia Covid-19, queste soluzioni hanno avuto un grande impulso nel nostro Paese, è la spersonalizzazione del rapporto e la perdita di empatia.

La telemedicina del futuro: gli ologrammi

Per colmare questo gap, una suggestione è arrivata al XXIV Convegno nazionale AIIC, svoltosi a Roma tra il 15 e il 18 maggio, dal progetto ICARE, che punta sulle comunicazioni olografiche per la telemedicina del futuro.

«Grazie alla rete 5G e all’acquisizione di software per la visualizzazione e gestione degli ologrammi e di un palco olografico, è possibile creare una esperienza immersiva in cui visualizzare sia persone in 3D sia organi, permettendo in futuro al paziente di poter visualizzare il medico comodamente dal proprio salone e dall’altra, ai clinici, un efficace confronto tridimensionale in teleconsulto», ha spiegato Giuseppe Araniti, ingegnere clinico, ricercatore dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e responsabile del progetto.

Teleriabilitazione cognitiva negli anziani a rischio demenza

Un altro progetto presentato nel corso della sessione è stato HomeCoRe, illustrato dalla neuropsicologa dell’Università di Pavia Sara Bottiroli, che consiste in esercizi di riabilitazione cognitiva a distanza per anziani a rischio demenza.

«La teleriabilitazione rappresenta un modello innovativo di telemedicina che offre vantaggi rispetto alla sola riabilitazione in presenza, dando al paziente l’opportunità di seguire il trattamento anche dopo la dimissione, da casa e anche in aree remote del Paese e permettendo di mantenere più a lungo i benefici del trattamento grazie al protrarsi dello stesso».

Tra le criticità esistenti al momento: problemi di accesso e aderenza al trattamento – problematiche relative a connessione ad internet, alfabetizzazione digitale, deficit individuali, sensazione di scarso contatto con il terapista e rischi di scarsa aderenza al protocollo; il ruolo del caregiver – come può un paziente che non ha un caregiver accedere a questo tipo di trattamenti? – e le scarse evidenze circa l’efficacia degli stessi. Altresì, l’attuale versione Java di HomeCoRe rappresenta un ostacolo alla sua diffusione.

«Per il futuro si sta lavorando ad una versione web del progetto», ha ricordato Bottiroli. Restano tuttavia necessari un team multidisciplinare in grado d’integrare queste metodologie nuove nella pratica clinica.

Presa in carico del paziente cronico

Il monitoraggio a distanza dei pazienti affetti da cronicità rappresenta una sfida del nostro tempo, alla luce di un numero crescente di soggetti affetti da patologie croniche. Il progredire delle stesse ha portato l’ASL di Nuoro a orientarsi verso un modello di medicina di iniziativa e di prossimità finalizzata a ridurre le riacutizzazioni, gli accessi in Pronto Soccorso, i ricoveri e la mortalità correlata per pazienti con scompenso cardiaco.

«Il progetto, iniziato ad aprile 2023, ha previsto un iniziale arruolamento di 400 pazienti con scompenso cardiaco, con l’obiettivo di ricomprendere in futuro anche BPCO e diabete nell’adulto», ha spiegato Eleonora Marchi, dell’ASL 3 Nuoro.

I dati relativi al secondo semestre 2023 hanno mostrato una contrazione dei ricoveri per scompenso cardiaco del 47% e importanti risparmi per il SSN, evidenziando che il monitoraggio a distanza dei pazienti rappresenta una valida opzione per la sanità del futuro.