Sanità, gli effetti del rigore

Bright lights at the end the hospital corridor. The concept of lLa politica di contenimento e razionalizzazione della spesa che ha caratterizzato l’azione dei governi succedutisi alla guida del Paese negli ultimi anni non ha mancato di far sentire la sua influenza anche in ambito sanitario, come la Corte dei conti ha certificato con il suo Rapporto 2014.
Nonostante «il settore sanitario» si trovi «oggi ancora di fronte a scelte impegnative anche dal punto di vista finanziario», nel 2013 hanno trovato conferma «i progressi già evidenziati negli ultimi esercizi nel contenimento dei costi per l’assistenza sanitaria». Pur se per entità leggermente inferiori a quelle registrate durante lo scorso biennio «la spesa complessiva ha continuato a ridursi» risultando infine di 2 miliardi «inferiore alle attese» e stabile «in termini di prodotto» attorno al 7%. Allo stesso tempo e sempre a dispetto di alcune incertezze non ha rallentato neppure «il processo di riduzione dei disavanzi delle Regioni in squilibrio strutturale». E in questo caso i dubbi riguardano per lo più la qualità del servizio e l’appropriatezza o l’organizzazione «delle strutture che sono alla base delle difficoltà economiche esplose negli squilibri strutturali». A mettere in evidenza progressi e criticità della gestione dell’architettura sanitaria nel Paese è stata la Corte dei Conti con il suo Rapporto 2014 sul coordinamento della spesa pubblica che conta corposi capitoli dedicati al tema. Contraddizioni e contrasti paiono pendere ancora sul conto economico nonché sulle politiche delle Regioni sottoposte a piano di rientro e nel complesso l’autorità ha segnalato difficoltà nel «riassorbire in maniera duratura gli squilibri» e nell’uso di «strumenti di correzione dei disavanzi».