L’uso di superfici concave riflettenti per concentrare la luce solare non è una novità: nel 200 a.C. Archimede di Siracusa le usò per incendiare le navi romane che assediavano la città. Gli stessi principi ottici permettono, da decenni, l’osservazione dell’universo mediante enormi telescopi. L’industria contemporanea dell’energia utilizza diverse tecnologie solari termodinamiche (CSP) per la produzione di energia termica, normalmente in abbinamento a dispositivi a turbina che sfruttano la forza del vapore per produrre elettricità. Le tipologie più diffuse sono tre:
a torre centrale, sulla cui sommità vengono concentrati i raggi solari riflessi da un campo di specchi dotati di dispositivi a inseguimento solare; sono diffusi prevalentemente negli Stati Uniti e in Spagna;
a ricevitori indipendenti, formati da dischi che concentrano i raggi verso un fuoco nel quale si trova una turbina, che produce direttamente energia elettrica; sono utilizzati negli Stati Uniti;
a specchi parabolici: simili all’impianto di Menaggio, sono composti da lunghe file di specchi parabolici lineari che concentrano la luce verso un tubo ricevitore; sono diffusi nei Paesi sopra citati, nel Maghreb e anche in Italia.
Il nostro Paese è all’avanguardia nel settore dei CSP a specchi parabolici. Un impianto pilota è attivo da anni presso il Centro Ricerche Enea a Casaccia (Roma). Enel ha realizzato un impianto a Priolo Gargallo (Siracusa), che funziona a supporto della locale centrale termoelettrica a gas metano. Recentemente è stato realizzato un altro impianto a Massa Martana (Perugia), per la sede centrale della società Archimede Solar Energy, specializzata nella produzione di sistemi ad alta tecnologia per le energie rinnovabili.