La tecnologia della stampa 3D può assumere due ruoli differenti in sanità.
Il primo è quello della produzione di modelli che ricalcano fedelmente la struttura degli organi di un paziente per favorire la preparazione di un intervento chirurgico o migliorare la comunicazione medico/paziente. Il secondo è quello della creazione di tessuti biologici umani stampati.
Proprio in questo secondo ambito si colloca il lancio del nuovo 4D Bioprinting System dell’azienda biotecnologica Poietis, attiva dal 2014.
La nuova piattaforma NGB (Next Generation Bioprinting) 4D riuscirà a soddisfare tutte le richieste in termini di tessuto biologico umano, in ambito sia clinico sia cosmetico.
I tessuti ottenuti con questo sistema trovano infatti spazio nelle sperimentazioni in vitro del mondo cosmetico, ma potrebbero essere utili anche nella ricerca clinica e in medicina rigenerativa. La novità sta nel fatto che la piattaforma dà modo agli utilizzatori di disegnare e stampare il tessuto biologico con una risoluzione cellulare, quindi con una precisione molto alta.
La piattaforma 4D integra tecnologia robotica con intelligenza artificiale e vari sistemi sensori, oltre che con tutte le tecniche di bioprinting 3D oggi disponibili: laser, a getto e a estrusione.
Attualmente esistono 2 sistemi, basati sulla stessa tecnologia: uno dedicato alla ricerca in biologia e ingegneria dei materiali (NGB-R) e l’altra allo sviluppo di prodotti per la medicina avanzata (NGB-C). Il fatto che i due sistemi abbiamo molto in comune non è casuale, ma voluto per consentire i confronti tra due ambiti che possono collaborare l’uno con l’altro.
Stefania Somaré