Strutture territoriali per l’urgenza in Emilia-Romagna

Bologna, 11/12/2023. Inaugurato a Bologna il primo Centro di Assistenza e Urgenza CAU nella Casa della Comunità Navile. ARCHIVIO AUSL BOLOGNA foto Paolo Righi

Da pochi mesi i CAU si occupano della gestione delle urgenze a bassa complessità clinico-assistenziale, perseguendo obiettivi di efficienza nella soddisfazione dei bisogni assistenziali della popolazione alla scala locale

I CAU – Centri di Assistenza per l’Urgenza sono un’iniziativa di estremo interesse per la realtà italiana, che affronta il problema dei bisogni di carattere acuto di modesta entità e le situazioni di minore criticità, garantendo ai cittadini un percorso di cura personalizzato al di fuori dei Pronto Soccorso.

Abbiamo chiesto al dott. Luca Baldino, direttore generale Cura della Persona, Salute e Welfare della Regione Emilia-Romagna, qual è stato il percorso operativo e organizzativo: «I CAU nascono come esigenza di cambiamento in un momento storico particolarmente difficile.

Ing. Luca Baldino, direttore generale Cura della Persona, Salute e Welfare, Regione Emilia-Romagna (credit: Regione Emilia-Romagna)

La riduzione del numero di professionisti disponibili e l’incremento dei bisogni assistenziali, legato all’invecchiamento della popolazione, pongono il problema della sostenibilità del SSN. Per offrire una risposta ai problemi sanitari a bassa complessità della popolazione, evitando il ricorso ai PS e le lunghe attese che ne derivano, la Regione Emilia-Romagna si è confrontata con i professionisti e con le parti sociali.

La soluzione è ispirata a sistemi sanitari di altri paesi, che hanno affrontato e risolto il problema del sovraffollamento dei PS istituendo a livello territoriale servizi analoghi ai CAU. Si è trattato di un lavoro di squadra, un’idea nata dai professionisti a cui ho l’onore e l’orgoglio di contribuire, perché ritengo che sia la soluzione migliore da perseguire».

La situazione attuale

«La progettazione del percorso di riorganizzazione della rete di emergenza-urgenza a livello regionale prevede la progressiva implementazione dei CAU secondo la programmazione regionale e locale, attraverso il confronto con le Conferenze Socio-Sanitarie Territoriali (sindaci e AUSL).

In attesa dell’attivazione completa del NEA 116117 e del pieno sviluppo della rete di emergenza-urgenza, attualmente attraversiamo una fase di transizione in cui le aziende sanitarie operano in quattro direzioni:

  • programmano l’ubicazione dei CAU e la loro progressiva attivazione sul territorio, secondo gli indirizzi regionali e locali e attraverso il confronto con le CTSS – Conferenza Territoriale Socio-Sanitaria, alla luce delle indicazioni di dotazione tecnologica, strutturale e relative alle professionali, dandone adeguata comunicazione alla Regione;
  • in collaborazione con la Direzione Generale Cura della Persona, Salute e Welfare, avviano la progressiva razionalizzazione delle sedi di Continuità Assistenziale, fermo restando la possibilità di mantenerne attive alcune in considerazione delle caratteristiche geografiche e demografiche;
  • avviano progressivamente l’attività delle UCA – Unità di Continuità Assistenziale, alle quali affidare attività domiciliare secondo le finalità e le indicazioni organizzative previste dal DM 77/2022.
  • infine, pongono particolare attenzione per garantire un efficace collegamento con la rete dei trasporti in emergenza e programmati.

Attualmente i CAU attivi sono 33 e si prevede di arrivare a 60 entro il 2024».

Risorse, personale, informazione

Quali risorse strutturali sono state utilizzate per la creazione dei CAU?

«I CAU possono essere collocati all’interno di Case della Comunità, presso le attuali sedi dei Punti di Primo Intervento o PS, presso le strutture ospedaliere in prossimità dei Pronto Soccorso con percorsi di accesso ben distinti, e anche in forma aggregativa strutturata di medicina generale, organizzata e idonea. I CAU devono soddisfare le caratteristiche strutturali, tecnologiche ed organizzative minime elencati nella DGR 1206/2023 e previsti dalla normativa vigente».

Con quali criteri e modalità è stato selezionato il personale?

«Per garantire il funzionamento del CAU e la loro capacità di fornire risposte efficaci e appropriate ai bisogni espressi dalla popolazione in un’ottica di prossimità, l’offerta di questi centri è stata arricchita da personale con competenze specifiche, oltre che dalla dotazione diagnostica di base.

Nei CAU lavora un’équipe multiprofessionale medica e infermieristica opportunamente formata. I medici impiegati afferiscono alla componente del ruolo unico di assistenza primario ad attività oraria e, in via subordinata e volontaria, a quella a ciclo di scelta.

Gli infermieri sono individuati dalle AUSL tra il proprio personale, con modalità di riconoscimento contrattuale compatibile con la tipologia di attività svolta e nella logica della valorizzazione professionale. Inoltre, devono essere a conoscenza di elementi di accoglienza e presa in carico correlati alla casistica delle strutture territoriali per urgenze sanitarie a bassa complessità.

La formazione mette i professionisti nelle condizioni di gestire le principali condizioni patologiche in urgenza secondo la casistica sanitaria di riferimento dei CAU. Si tratta normalmente di 60 ore complessive (30 ore di formazione residenziale intervallate da 30 ore di formazione sul campo) organizzate in maniera modulare.

Una volta eseguiti l’autovalutazione e il colloquio di orientamento, il professionista ha la possibilità di frequentare i moduli con i contenuti necessari per acquisire le competenze attese, che prevedono obbligatoriamente il possesso o l’acquisizione delle certificazioni BLSD e PBLSD per il profilo medico e infermieristico».

Quali sono state le principali complessità affrontate e come sono state risolte?

«Sin da subito la Regione Emilia-Romagna ha attivato e coordinato una campagna informativa multimediale rivolta alla totalità della popolazione, per comunicare in maniera omogenea e chiara la casistica che può recarsi ai CAU, il funzionamento delle strutture e i bisogni che saranno soddisfatti. La campagna ha il duplice scopo di:

– informare della presenza della struttura territoriale per urgenze sanitarie a bassa complessità, compresa l’ubicazione, la tipologia di accesso e la casistica che può essere trattata;

– evidenziare quelle condizioni sanitarie che necessitano, invece, di accesso diretto alla rete di emergenza.

Inoltre, è stata avviata un’indagine per valutare l’esperienza e il grado di soddisfazione degli utenti, mediante questionari distribuiti all’interno dei CAU».