L’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato il rapporto “Indicazioni ad interim per servizi assistenziali di telemedicina durante l’emergenza sanitaria Covid-19“.

Il documento fornisce indicazioni per la creazione di servizi di telemedicina che facciano fronte alle esigenze di salute della popolazione, con particolare attenzione ad alcune categorie di pazienti: quelli in quarantena per sospetto o accertato contagio da Covid-19, quelli malati che sono stati dimessi, i pazienti con patologie croniche o rare che, data la loro condizione di fragilità, è meglio non si rechino in ospedale o ambulatorio, a meno di comprovata necessità.

Il rapporto evidenzia gli aspetti da controllare a casa del paziente, per esempio, per garantire visite a distanza di qualità: spesso infatti le condizioni delle linee telefoniche non consentono di ricevere immagini in alta qualità, necessarie invece per favorire la visita.

Per quanto riguarda la sicurezza dei dati, il rapporto evidenzia che la componente sanitaria coinvolta dovrebbe utilizzare strumenti informatici e app già idonei alla GDPR, cosa che non si può invece richiedere al paziente, che inevitabilmente utilizzerà il device a propria disposizione.

Se la cura dei pazienti cronici e con patologie rare riguarda da vicino anche specialisti e centri ospedalieri, le altre categorie interessate dal rapporto fanno riferimento al territorio e ai medici di medicina generale. Anche loro sono chiamati a utilizzare la telemedicina per monitorare lo stato dei propri assistiti.

A chi spetta l’organizzazione del tutto?

Il rapporto dà questo compito ad appositi Centri di Coordinamento Sanitario cui spetta anche la gestione tecnica e dell’help center.

Il rapporto definisce questa struttura come “un centro, fisico o virtuale, che svolge funzioni di raccordo e coordinamento operativo delle attività medico-assistenziali erogate in telemedicina e delle interazioni con altre funzioni operative. Il presente concetto di Centro di coordinamento sanitario si differenzia da quello di Centro Servizi, già presente nelle Linee di indirizzo nazionali per la telemedicina. Allo stato attuale delle conoscenze, questi due centri sono necessari entrambi nella pratica dei servizi in telemedicina”.

Inoltre, il suddetto centro deve garantire il servizio h24: a tal fine è necessario che abbia “personale di supporto ai sanitari che gestiscono i pazienti in telemedicina, con dimensioni proporzionate al carico di lavoro complessivo”.

Per poter svolgere al meglio il coordinamento, inoltre, gli stessi centri dovrebbero poter accedere a funzioni di videocallcenter web, deve poter consultare elenchi di tutti gli utenti online e di tutti gli operatori medici/psicologi.

Il paziente dovrà essere opportunamente istruito sui parametri da controllare e inviare ai sanitari e comunque inizialmente informato del funzionamento del servizio. Solo se strettamente necessario sarà possibile utilizzare anche i più comuni sistemi di videochiamata.
Le ultime pagine del rapporto sono dedicate a dare indirizzi rispetto ai servizi specifici per le categorie prima indicate, in termini di tempistiche, parametri da controllare e procedure.

Stefania Somaré