La tomosintesi si sta imponendo sulla tradizionale mammografia per la sua capacità di effettuare uno slicing della mammella che ne permette un’indagine più profonda.
Come tutte le tecnologie, però, occorre chiedersi se sia più efficace rispetto alla mammografia in tutte le pazienti o se possa essere destinata solo ad alcune categorie che ne beneficerebbero maggiormente.

Uno studio multicentrico statunitense ha cercato di rispondere partendo da una valutazione comparativa di 1.584.079 esami senologici (JAMA Netw Open. 2020;3(7):e2011792. doi:10.1001/jamanetworkopen.2020.11792).
Il risultato più interessante è che la tomosintesi è molto più efficace della mammografia nel migliorare la diagnosi di cancro alle indagini iniziali, mentre successivamente si evidenziano differenze tra alcune popolazioni di donne.

Più nel dettaglio, la tomosintesi resterebbe molto efficiente nelle donne con seno eterogeneo e di età compresa tra 40 e 79 anni e in quelle di età compresa tra 50 e 79 anni e con densità sparsa.
Nelle donne con seno molto denso, invece, la tomosintesi non darebbe vantaggio rispetto alla mammografia.
Lo studio suggerisce quindi di utilizzare la tomosintesi per tutte le donne alla prima visita, per poi dedicarla solo alle donne con seno meno denso.

Stefania Somaré