Tumore occulto della mammella, CESM precisa come RM nella diagnosi

Tumore al seno

La mammografia e l’ecografia associate sono, da sempre, il gold standard per l’individuazione di tumori al seno, anche se la risonanza magnetica è riconosciuta per poter individuare neoplasie di dimensioni che sfuggono ai due precedenti esami. Tuttavia, questo esame è indicato solo nel 5-10% delle pazienti, in particolare quelle con elevato rischio di sviluppare carcinoma mammario famigliare o ereditario perché portatrici di mutazioni specifiche dei geni BRCA1 e BRCA2.
È, inoltre, utilizzata nella fase preoperatoria per assicurarsi che non vi siano ulteriori anomalie al seno e per la ricerca della lesione primitiva occulta.

Tuttavia, sappiamo che la RM ha un costo decisamente maggiore rispetto a qualunque mammografia e, inoltre, esistono casi in cui non può essere applicata, come in presenza di pacemaker o stimolatori con componenti in metallo, di chiodi o viti ortopediche, protesi metalliche non rimovibili a denti e ossa, clip vascolari e intracraniche.

Un recente studio, condotto da ricercatori dell’Università Cattolica e della Fondazione Gemelli Irccs presso il Mater Olbia Hospital propone l’uso di una mammografia tradizionale, potenziata dal mezzo di contrasto sensibile, per individuare e valutare i tumori al seno.

Al centro di questo lavoro c’è la mammografia con mammografo digitale con mezzo di contrasto, in inglese Contrast Enhanced Spectral Mammography (CESM), di recente introduzione: questa, spiega il dott. Pierluigi Rinaldi che ha condotto lo studio, «combina le immagini mammografiche tradizionali con le informazioni derivanti dalla somministrazione di mezzo di contrasto iodato analogamente alla risonanza della mammella con mezzo di contrasto».

Gli autori si sono in particolare concentrati su donne con carcinoma invasivo lobulare, che conta per il 10-20% di tutti i tumori al seno. Si tratta di un tumore che tende a restare silente fino a che non è ben sviluppato e, quindi, viene spesso diagnosticato tardi, anche perché la mammografia digitale è meno efficace in questo caso, soprattutto in donne con un tessuto mammario denso.

La capacità di questa strumentazione di individuare questa forma di carcinoma mammario varia dal 57% all’81%. Sembra addirittura che in donne con un tessuto mammario particolarmente denso l’efficienza del mammografo mammario scenda al 30%. Da qui l’idea di utilizzare la nuova tecnologia CESM, che tra le altre cose dura solo 7-10 minuti ed è ben accettato dalle pazienti.

Sottolinea il dott. Rinaldi: «in questi tre anni di attività, insieme alla collega del nucleo della Radiologia del Mater Olbia Hospital Melania Costantini, abbiamo sperimentato le potenzialità offerte dalla CESM nella diagnostica senologica giungendo alla conclusione che l’accuratezza diagnostica della CESM è simile a quella della RM mammelle con mezzo di contrasto, in accordo con i dati della letteratura. In totale abbiamo eseguito circa 150 procedure CESM», una casistica interessante per tirare delle conclusioni.

«Analogamente alle altre metodiche di imaging che utilizzano un contrasto», riprende il dott. Rinaldi, «la CESM permette di identificare lesioni tumorali individuando la ipervascolarizzazione patologica, cioè la crescita anomala di vasi sanguigni tipica della neoangiogenesi tumorale».

In particolare, lo studio ha dimostrato che questa tecnica è capace di diagnosticare anche un tumore occulto, ovvero metastatico di origine mammaria per il quale non si è mai individuata la fonte primaria, appunto. Di norma questo tumore è anticipato da un linfonodo patologico a livello ascellare o, in casi più rari, da una lesione ossea. Si tratta di tumori per i quali, di norma, si usa una risonanza magnetica.

Inoltre, mettendo in risalto la vascolarizzazione del tumore, questa tecnica dovrebbe anche consentire di effettuare una stadiazione locale dei tumori lobulari invasivi per ottimizzare i trattamenti chirurgici e ridurre il rischio di recidive. Lo studio ha una sua originalità, il che gli dà ancora più prestigio.

In effetti, come precisa il dott. Rinaldi, «non ci sono studi che mettono a confronto RM e CESM nell’identificazione dei tumori occulti della mammella. Nel caso da noi studiato CESM e RM hanno mostrato la stessa capacità di identificare il tumore occulto della mammella. Il risvolto importante della capacità della CESM di identificare questo tipo di tumori è la possibilità di evitare la biopsia RM-guidata molto costosa e indaginosa rispetto alla biopsia CESM-guidata».

(Lo studio: Costantini, M.; Montella, R.A.; Fadda, M.P.; Tondolo, V.; Franceschini, G.; Bove, S.; Garganese, G.; Rinaldi, P.M. Diagnostic Challenge of Invasive Lobular Carcinoma of the Breast: What Is the News? Breast Magnetic Resonance Imaging and Emerging Role of Contrast-Enhanced Spectral Mammography. J. Pers. Med. 2022, 12, 867. https://doi.org/10.3390/jpm12060867)

Stefania Somaré