Un algoritmo rende più efficace il defibrillatore

Quando si è colpiti da arresto cardiaco, l’intervento tempestivo con massaggio cardiaco e defibrillatore è la sola cosa che possa salvarti la vita. Ben presto questo intervento potrebbe essere ancora più efficace e sicuro, grazie a una ricerca coordinata dal Dipartimento di Emergenza e Urgenza dell’Ospedale San Gerardo di Monza e dall’Irccs Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, condotta dal 118 lombardo (Areu) su oltre 1.500 pazienti con arresto cardiaco soccorsi negli anni 2008-2010. La ricerca ha infatti individuato un algoritmo che condente di effettuare l’analisi spettrale dell’onda di fibrillazione ventricolare, analisi che a sua volta «genera un valore che rappresenta uno dei predittori più accurati del successo o meno della defibrillazione, chiamato Amsa», spiega Giuseppe Ristagno dell’Irccs Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, che ha disegnato lo studio e ha eseguito le analisi di tutti i tracciati elettrocardiografici registrati dalle unità mobili di Pronto Soccorso. Si osservato che alti valori di Amsa sono associati a maggiori probabilità di rianimare il paziente in arresto cardiaco. Questa scoperta consentirà ben presto di stabilire delle strategie riabilitative di successo, permettendo al soccorritore di capire come intervenire al meglio sul paziente. «L’analisi del valore Amsa è infatti in grado di guidare in tempo reale le manovre di rianimazione evitando l’interruzione delle compressioni toraciche e l’erogazione di defibrillazioni potenzialmente dannose», si legge nel comunicato stampa. Grazie a questa ricerca, il nuovo approccio terapeutico è stato validato sui grandi numeri, aprendo la strada a una nuova fase di sperimentazione in cui verranno usati defibrillatori in cui l’algoritmo per il calcolo dell’Amsa sarà inserito negli apparecchi, così da guidare l’intervento dei soccorritori.