L’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano dispone oggi di una rete multi operatore che permette di soddisfare le sue complesse esigenze di connettività cellulare. Senza necessità di registrazione o autenticazione, il network, sviluppato da CommsCon, società del gruppo
Cellnex, potenzia all’interno della struttura la rete pubblica esistente garantendo piena copertura con i principali operatori di telefonia.
Sempre più performante, il cellulare è uno strumento indispensabile nella vita quotidiana sia nelle relazioni interpersonali sia a uso professionale.
Questo anche in un ospedale, dove a usarlo non è solo il personale interno ma anche pazienti e visitatori. Avere una piena copertura di segnale è una necessità sempre più sentita nei centri di cura.
Storico ospedale pubblico generalista di riferimento nazionale, l’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano ha oggi una rete multi-operatore che permette di soddisfare tutte le sue esigenze di connettività cellulare.
La rete è stata sviluppata da CommsCon, specializzata nella fornitura di servizi e capacità di copertura per le comunicazioni mobili appartenente al gruppo indipendente Cellnex Telecom S.A., primo operatore europeo nel mercato delle infrastrutture di telecomunicazioni, con oltre 28.000 siti attivi in Europa.
Questa rete utilizza il sistema DAS per potenziare all’interno dell’ospedale la rete pubblica esistente senza necessità di registrazione e autenticazione da parte dell’utente, come invece avviene per le comuni reti wi-fi.
Ne abbiamo parlato con Guglielmo Caudullo, coordinatore degli impianti tecnologici del Niguarda, e Giacomo Palumbo, Head of Enterprise & Public Administration Sales di Cellnex.
Lo smartphone in ospedale
Con i suoi circa 20.000 accessi al giorno, l’Ospedale Niguarda è una struttura di riferimento per la metropoli milanese. Nato nel 1939, l’ospedale è stato ampliato negli ultimi vent’anni con la costruzione del DEA il Dipartimento di Emergenza e di due nuovi importanti blocchi, il Blocco Nord e il Blocco Sud.
«Già nel 2000 con la costruzione del DEA avemmo i primi problemi di ricezione cellulare, le diverse architetture, i materiali usati, molto meno trasparenti al segnale rispetto a quelli dei vecchi edifici, crearono una sorta di black-out, che allora risolvemmo potenziando il segnale con antenne suppletive», precisa Caudullo.
«Il tutto si è ripresentato più di recente con la costruzione dei nuovi blocchi ospedalieri; intanto lo smartphone era diventato uno strumento sempre più indispensabile anche nel lavoro. Se in passato, per esempio, il cercapersone portatile era lo strumento privilegiato per la rintracciabilità del personale sanitario e non in ospedale, oggi con lo smartphone la comunicazione avviene in tempo reale e con risparmio economico sui device.
Telefonia cellulare, però, oggi significa anche gestione delle squadre di pronto intervento, dell’emergenza antincendio, scambio di schemi, dati, documenti, informazioni, fotografie tra centrale operativa e tecnico che va in campo per un intervento all’interno della struttura, partecipazione in remoto dell’operatore per risolvere un problema a un macchinario.
Il cellulare è più penetrante, più affidabile e con una migliore copertura perfino rispetto agli impianti radio che ogni anno devono essere potenziati per supplire ai segnali di disturbo.
L’uso del cellulare è talmente spontaneo e consueto che né il professionista sanitario né l’utente possono più farne a meno durante la permanenza in ospedale».
Un’esigenza molto capillare
Offrire una copertura di segnale adeguata a una struttura complessa come il Niguarda non è stato semplice.
I nuovi blocchi dell’Ospedale hanno una rete molto estesa di cunicoli, numerosi ambienti di lavoro permanente sotterranei, reparti e sale operatorie dove il segnale deve essere assente.
«La nostra esigenza era molto capillare e non risolvibile con una semplice amplificazione del segnale», precisa Caudullo. «Trattandosi di un’area sanitaria, la copertura deve essere differenziata, rispettando le zone off-limits dove il segnale deve essere assente per evitare interferenze con le apparecchiature medicali. Non avevamo in casa la capacità progettuale di ideare una rete così specifica, anche se il Niguarda vanta un team di tecnici operativo 365 giorni l’anno h24. Ci siamo per questo rivolti a CommsCon, che ha risposto in tempi record alla nostra richiesta: in soli 6 mesi è stato trovato l’accordo quadro di gestione delle reti, è stata effettuata la progettazione e sono avvenuti la realizzazione e il collaudo comprensivo di prove di compatibilità elettromagnetica».
Connettività con il sistema DAS
Per la realizzazione del network CommsCon ha utilizzato il sistema DAS – Distributed Antenna System.
«L’impianto DAS è costituito da una serie di antenne a minimo impatto visivo e collegate attraverso un cablaggio in fibra ottica che afferisce a un’unica centrale operativa (BTS Hotel)», spiega Palumbo.
«In questa centrale sono presenti le stazioni radiobase (BTS) degli operatori di telefonia mobile, che a loro volta sono interconnesse con la rete pubblica. In questo locale tecnico (detto BTS Hotel) questi apparati degli operatori vengono connessi a un’unità chiamata Master Unit: questa è il cuore dell’impianto che svolge la funzione di “collettore”, da cui parte il segnale unico di telefonia che, attraverso il cablaggio, raggiunge le antenne disposte all’interno dell’Ospedale Niguarda. Creare un network customizzato richiede un’attenta progettazione. CommsCon è una sorta di sartoria che risponde a esigenze specifiche di connettività. Nella sola Milano abbiamo affrontato progetti complessi come quello della metropolitana o dello stadio di San Siro e oggi, grazie all’ingresso in Cellnex, esportiamo in tutta Europa questo know-how. Tra le più recenti realizzazioni con tecnologia DAS a livello europeo c’è l’Estadio Wanda Metropolitano dell’Atletico Madrid».
Un futuro sempre più smartphone
«Tutto inizia con un sopralluogo preliminare per capire le reali esigenze del committente», continua Palumbo. «I sopralluoghi successivi mirano, invece, a individuare il livello di servizio da offrire: telefonia, trasmissione dati. CommsCon si occupa a questo punto del rapporto con i diversi operatori telefonici: contrattazione, progettazione del network, collaudi. Ci proponiamo come unico interlocutore con gli operatori di telefonia e questo è un ulteriore valore aggiunto della nostra offerta. All’interno del Niguarda la qualità del segnale è oggi analoga per i diversi operatori telefonici».
«Entrambi i blocchi, la quasi totalità dei nuovi cunicoli, hanno un’ottima copertura di segnale tale da soddisfare le esigenze di telefonia e traffico dati sia di chi lavora in ospedale sia di pazienti e visitatori», aggiunge Caudullo. «Dal 2014 collaboriamo con CommsCon, che ha sempre risposto con tempestività alle nostre esigenze proponendo soluzioni mirate ai problemi di connettività. Lo smartphone sarà in futuro sempre più lo strumento di riferimento anche per noi che operiamo in un ospedale. L’avvento del 5G aprirà nuove frontiere in questo senso: penso, per esempio, alle applicazioni in telemedicina. Serviranno connessioni dati sempre più veloci. Al Niguarda siamo pronti, anche grazie al sistema DAS con cablaggio in fibra effettuato da CommsCon».
Roberto Tognella