La biopsia prostatica target (o biopsia prostatica mirata) è una procedura diagnostica avanzata utilizzata per identificare il cancro alla prostata, soprattutto in pazienti con precedenti risultati dubbi o sospetti ed è una tecnica che combina l’imaging avanzato della risonanza magnetica multiparametrica (mpMRI) con la biopsia tradizionale eseguita sotto guida ecografica per prelevare campioni in modo preciso da aree sospette. Poiché tale tecnica comporta, se paragonata alla biopsia standard o mapping, una maggiore accuratezza (riduzione di falsi negativi), un miglior rilevamento di tumori clinicamente significativi e un minor numero di prelievi, essa è stata introdotta nelle principali linee guida internazionali come procedura fortemente raccomandata in pazienti con sospetto cancro alla prostata, ovvero con mpMRI positiva.
Un metodo d’esecuzione della biopsia target è ricorrere a un sistema ecografico in grado di sovrapporre in tempo reale l’immagine dell’ecografia transrettale con le immagini della risonanza magnetica (fusion imaging).

La procedura di fusion imaging prevede una calibrazione iniziale che può richiedere diversi minuti, allungando così i tempi medi di procedura bioptica, e può essere soggetta a errori dipendenti dal grado di esperienza dell’operatore.
Il software UroFusion rivoluziona questa metodica introducendo algoritmi basati su intelligenza artificiale che automatizzano il processo di calibrazione, riducendo i tempi d’esecuzione e il bias interoperatore.
Struttura della procedura
La procedura di registrazione del sistema UroFusion si articola in quattro macro-fasi principali:
- identificazione e inserimento dei target (ROI): l’operatore individua le lesioni sull’immagine RM, tracciando una regione d’interesse (ROI) per agevolare le fasi successive.
- Segmentazione ghiandola prostatica in RM: un algoritmo IA segmenta automaticamente la prostata del paziente sulle immagini RM disegnandone il profilo con elevatissima precisione.
- Acquisizione Volume US 3D della prostata del paziente: mediante una sonda endorettale biplanare o microconvex end-fire, l’operatore acquisisce un volume US della ghiandola del paziente.
- registrazione e fusione d’immagini in tempo reale: un algoritmo IA segmenta automaticamente la prostata del paziente sulle immagini del volume US e sovrappone il volume così ottenuto con quello ricavato precedentemente dalle immagini RM. Con questa sovrapposizione il sistema esegue automaticamente la calibrazione del sistema di fusion imaging e l’operatore può così navigare in ultrasuoni guidato dalla RM.
Grazie agli algoritmi basati su IA, UroFusion risponde alla necessità di avere un allineamento immediato e riproducibile, indipendentemente dall’esperienza dell’operatore.
Il cambiamento nella pratica bioptica dell’urologo
La Biopsia Prostatica è la tecnica gold standard di caratterizzazione del tumore prostatico: si esegue comunemente sotto guida ecografica e con prelievo casuale sistematico di 10-14 campioni. Chiamata anche “mapping prostatico”, questa procedura ha un’aspettativa di successo molto bassa; si parla di una sottostima del 30% dei tumori clinicamente significativi causata anche da una bassa specificità (60%-80%) e sensibilità (50-70%) dell’ecografia all’identificazione di lesioni sospette.
Poiché la mpMRI presenta performance migliori in termini di specificità (70-85%) e sensibilità (80-90%), gli urologi hanno cominciato ad affiancare questa metodica diagnostica al mapping prostatico, dapprima per pazienti che andavano incontro a procedure di re-biopsia e successivamente anche su pazienti naïve.
Nel 2020 il panorama cambia completamente e le linee guida internazionali sanciscono che:
- mpMRI obbligatoria prima della biopsia per ridurre le procedure inutili.
- Biopsia target come gold standard per lesioni PIRADS ≥3, combinata con campionamento sistematico solo in casi selezionati (es. pazienti naïve ad alto rischio).
La “Biopsia Target” con guida ecografica e fusione di immagini RM/US diventa così predominante rispetto al tradizionale mapping prostatico portando però gli urologi a eseguire procedure time-consuming a causa delle attività di segmentazione e calibrazione RM/US.
L’introduzione degli esclusivi algoritmi basati su I.A. di Segmentazione Automatica della Risonanza Multiparametrica mpMRI e successiva Registrazione Automatica RM/US tramite volume US, ha notevolmente ridotto i tempi di esecuzione della procedura di calibrazione e reso la tecnica molto precisa e semplice contribuendo così al cambiamento della pratica attuale.
Vantaggi per il paziente e outcome migliori
Il software UroFusion aiuta l’operatore a localizzare facilmente e con precisione il target da pungere permettendo facilmente l’esecuzione di una biopsia target e permettendo una serie di vantaggi al paziente rispetto alla biopsia sistematica:
- Identifica meglio i tumori clinicamente significativi (Gleason ≥7), riducendo i falsi negativi.
- Evita il sovradiagnosi di tumori a basso rischio (indolenti), che potrebbero non richiedere trattamento immediato.
- Localizza con precisione lesioni sospette rilevate alla risonanza magnetica multiparametrica (mpMRI), anche se piccole o in zone difficili.
- Numero inferiore di prelievi rispetto alla biopsia sistematica (12+ campioni), con meno trauma alla ghiandola prostatica.
- Caratterizzazione più precisa dell’aggressività tumorale (grado di Gleason), fondamentale per la scelta terapeutica (attiva sorveglianza vs. chirurgia/radioterapia).
- Riduce la necessità di ripetere la biopsia (meno procedure ripetute).
- Utile per la pianificazione di terapie focali (es. HIFU, crioterapia, radioterapia stereotassica).
- Tempi di esecuzione della procedura paragonabili a quella di un mapping tradizionale.
UroFusion consente di identificare il tumore prostatico prima e con elevata accuratezza. Questa capacità della tecnologia diventa un vantaggio per il paziente che potrà sottoporsi per tempo alle cure necessarie aumentando così le probabilità di miglioramento dell’outcome della malattia.
Efficienza e sostenibilità del prodotto
La tecnologia UroFusion basata su IA permette di:
- ridurre notevolmente i tempi di esecuzione della biopsia prostatica target rispetto alle procedure precedenti con conseguente minor tempo di lavoro necessario per le apparecchiature (risparmio energetico) e minor impegno del personale medico e paramedico;
- un flusso di lavoro ottimizzato, con tempi più brevi tra sospetto clinico e diagnosi;
- una selezione ottimale dei pazienti per sorveglianza attiva, riducendo sovratrattamento e costi associati;
- Costi ridotti a lungo termine, grazie a una minore necessità di biopsie ripetute, ospedalizzazioni per complicanze e terapie più appropriate.