Si è conclusa la sesta edizione del congresso ICEHTMC di Shenzhen, in Cina. Era presente una delegazione dell’Associazione Italiana Ingegneri Clinici di oltre venti specialisti e con una forte componente del Consiglio Direttivo. AIIC è rimasta particolarmente soddisfatta per l’alto numero di paper italiani selezionati dal comitato scientifico ICEHTMC. Tra questi quelli di Anna Beltrami (Cremona), Anna Squara (Lecco), Giorgio Orsi (Milano), Paola Picozzi (Milano), Rocco Mantione (Milano), Sandro Spinosa (Roma), Silvio Cravero (Milano), Valerio di Virgilio (Roma), Alessandra Casaroli (Milano), Chiara Baldiraghi (Pavia), Claudio Conti (Roma), Greta Puleo (Milano), Simone Gigli (Varese).
«Si è confermato l’autorevole posizionamento di AIIC sullo scenario della comunità professionale internazionale. Mentre tutta la sanità si sviluppa cercando d’interpretare e utilizzare al meglio le opportunità offerte dalle tecnologie avanzate e dall’intelligenza artificiale, è risultato evidente al Congresso che è sempre più estesa e non rimandabile la necessità di avere professionisti capaci di gestire questo immenso processo di innovazione. Gli ingegneri clinici sono ovunque la risposta a questa urgenza», ha commentato il presidente AIIC Umberto Nocco.
In una delle sessioni plenarie a Shenzhen il presidente AIIC ha proposto una lecture illustrando il “modello italiano di ingegneria clinica”, che si distingue per la forte integrazione tra pubblico e privato, per le relazioni con le istituzioni e con uno sguardo avanzato verso l’innovazione capace di miscelare performance e sostenibilità sociale, ambientale ed economica.
Stefano Bergamasco (in qualità di componente dell’Advisory Council della Global Clinical Engineering Association) ha sottolineato come l’evento abbia rappresentato un momento di confronto tra i professionisti che operano in contesti diversi per organizzazione dei servizi e gestione delle tecnologie biomediche.
«Tra i momenti di confronto più concreti c’è stato il tradizionale appuntamento del Global CE Summit, in cui i delegati delle associazioni di ingegneria clinica partecipanti si sono confrontati sulle sfide più rilevanti da condurre nel prossimo biennio e hanno identificato un panel di temi specifici su cui agire quali la condivisione delle conoscenze, il riconoscimento professionale dell’ingegneria clinica, l’accreditamento dei servizi all’interno degli ospedali, il governo dell’innovazione tecnologica, il rapporto con le istituzioni a livello locale e globale» spiega Bergamasco.
Al termine dei lavori, la riflessione di Nocco ha richiamato l’attenzione sulla necessità di una gestione «universale ed equa dello sviluppo tecnologico in sanità. Da Shenzhen è infatti emerso l’obiettivo che la comunità degli ingegneri clinici dei Paesi più avanzati sia in grado di supportare i colleghi di Paesi meno sviluppati. Occorre cioè che lo sviluppo tecnologico non generi nuove disparità, ma sia in grado di imprimere uno slancio socio-economico anche in territori meno avanzati».
Questo sarà uno dei temi al centro della settima edizione di ICEHTMC, che si terrà nel 2027 in una sede europea.
 
            

