Work in progress per la sanità altoatesina

L’ampliamento e la ristrutturazione dell’ospedale di Bolzano si caratterizzano per gli obiettivi di umanizzazione, efficienza e riduzione dell’impatto ambientale, nel contesto di una programmazione degli interventi di ampio respiro.
Realizzato negli anni ’70, l’Ospedale San Maurizio di Bolzano è la principale struttura sanitaria dell’Alto Adige. Attualmente il complesso è interessato da un articolato programma di lavori, mirato alla sua radicale trasformazione in una struttura adeguata alle aspettative e alle esigenze della medicina del nuovo millennio.
Sulla base del progetto vincitore di un concorso internazionale, costantemente aggiornato rispetto agli indirizzi della politica sanitaria provinciale e alle necessità organizzative e tecnologiche della pratica medica, è stata avviata la costruzione della Nuova Clinica (circa 250 posti letto).
Assieme agli altri edifici complementari (parcheggio interrato, corpo di collegamento, polo tecnologico e logistico), l’attivazione della Nuova Clinica consentirà la ristrutturazione del nosocomio esistente, che si svolgerà per fasi a partire dal 2022, con l’obiettivo di rinnovare profondamente la struttura ospedaliera.

Un programma ventennale
«L’ospedale di Bolzano ha sempre svolto un ruolo di rilievo regionale – spiega l’ing. Domenico Cramarossa, direttore dell’Ufficio Edilizia Sanitaria della Provincia Autonoma di Bolzano. La decisione intervenire sulla struttura in funzione risponde alla necessità di adeguare una struttura realizzata secondo logiche ormai superate, adeguandola alle normative e ai requisiti più recenti.
Le modalità dell’intervento prevedono innanzitutto la costruzione di un articolato ampliamento e, successivamente, la radicale ristrutturazione dell’edificio preesistente, mantenendo l’attuale ospedale in piena attività durante l’intero arco temporale di realizzazione delle opere.
I lavori sono finanziati esclusivamente con le risorse rese disponibili dalla Provincia Autonoma, perciò il cronoprogramma degli interventi si sviluppa nell’arco di più di 30 anni, dal 2003 – anno di inizio dei lavori per la costruzione degli edifici d’ampliamento – fino al 2032 – quando si prevede il completamento delle ristrutturazioni dell’ospedale esistente.
Durante i primi anni i lavori sono stati rallentati anche da contenziosi burocratici, ora risolti, e nel 2014 siamo riusciti a liberare tutte le risorse necessarie, per un finanziamento complessivo di 610 milioni di euro – di cui 190 milioni già spesi e il resto già finanziati e impegnati».
Qual è la consistenza del progetto e quali risultati sono stati raggiunti fino ad oggi?
«In estrema sintesi, il progetto prevede la costruzione di una Nuova Clinica, che sarà completata entro il 2018 e progressivamente attivata, liberando spazi nell’ospedale esistente che saranno interessati da una ristrutturazione articolata per fasi.
Attualmente il completamento della Nuova Clinica costituisce il nostro principale traguardo. Parallelamente abbiamo avviato la realizzazione di ulteriori edifici monofunzionali (parcheggio, polo tecnologico e logistico, volumi connettivi) che permetteranno all’intero ospedale di iniziare a funzionare secondo quei criteri di umanizzazione, efficienza e qualità del servizio posti alla base del progetto.
Nel 2008 abbiamo attivato il parcheggio interrato – la prima opera appaltata – e nel 2018 sarà ultimata la cosiddetta “Magistrale”, il corpo di collegamento con il vecchio ospedale. Stiamo lavorando anche al completamento della nuova Clinica, che entrerà totalmente in funzione entro il 2022 subito dopo la realizzazione del polo tecnologico e logistico.
Dalla metà del 2017, nel rispetto del piano sanitario provinciale recentemente approvato, avvieremo la progettazione delle opere di ristrutturazione, che inizieranno nel 2022. Si tratta perciò di un vero e proprio “work in progress” mirato ad adattare le previsioni del progetto originario alle effettive necessità dettate dall’evoluzione delle politiche, dell’organizzazione e delle tecnologie più recenti».

Ospedale a misura umana
Quale metodologia guida il processo progettuale?
«A lavori conclusi l’ospedale sarà radicalmente diverso rispetto al progetto originale concepito negli anni ’50, perciò stiamo lavorando con una prospettiva di lungo termine. Per esempio, l’amministrazione si è dotata di manuale di project management che, per qualunque tipologia di progetto, prevede espressamente la partecipazione degli utenti al processo decisionale – in questo caso, del personale che materialmente lavorerà all’interno dell’ospedale.
La struttura tecnica opera perciò in stretta sinergia con i responsabili dell’area medica, in particolare per quanto attiene gli aspetti funzionali e di innovazione delle tecnologie medicali, e con tutte le altre figure a vario titolo coinvolte in un progetto che mira a rendere l’ospedale di Bolzano un luogo non solo funzionale ed efficiente – anche grazie all’impiego di sistemi evoluti per i trasporti interni – ma soprattutto accogliente e a misura d’uomo.
Un ulteriore aspetto rilevante è legato all’impatto energetico. Abbiamo l’obiettivo di raggiungere la certificazione in classe A CasaClima – un protocollo concepito per l’edilizia residenziale che, se applicato in ambito ospedaliero, restituisce una serie di complessità tecniche. Anche grazie alla collaborazione attivata con l’Agenzia CasaClima, l’intero ospedale risulterà un vero e proprio progetto-pilota per il contenimento dei consumi energetici in ambito sanitario».
Qual è la principale difficoltà che avete incontrato e come è stata affrontata?
«In un progetto di questa portata le difficoltà non sono certamente rare. Probabilmente quella più difficile da risolvere si è verificata a causa della concomitanza fra l’entrata in vigore delle nuove normative sugli appalti pubblici, l’introduzione della digitalizzazione dell’amministrazione pubblica e il notevole ricambio generazionale avvenuto all’interno delle strutture tecniche dell’amministrazione provinciale.
Si è trattato di una fase molto delicata, dalla quale stiamo uscendo in questo periodo grazie a una profonda riorganizzazione interna, che prevede sia la creazione di un team dedicato al progetto di ristrutturazione dell’ospedale esistente, sia il contributo di professionisti esterni».

Ristrutturazione: le fasi
La completa attivazione della Nuova Clinica e del Polo tecnologico e logistico consentirà di liberare ampie aree nel vecchio ospedale: Pronto Soccorso e Poliambulatorio chirurgico (piano 0); Radiodiagnostica e Sterilizzazione (p. 1); Terapia Intensiva e 7 delle attuali 12 sale operatorie (p. 2); tutti i reparti di degenza a indirizzo chirurgico e molti settori per i servizi generali ai piani dell’ospedale esistente. Dopo i trasferimenti Piastra e Monoblocco saranno occupati a “macchia di leopardo” da reparti e servizi. Il piano elaborato dall’ing. Danilo Mora (maggio 2013) prevede interventi di ristrutturazione in 4 fasi distinte e successive, tali da garantire al tempo stesso la fruibilità di tutti i reparti a carattere internistico rimasti nel vecchio ospedale. La filosofia dell’intervento consiste nella minore movimentazione possibile dei reparti in situazione provvisoria. La fase 1 della ristrutturazione interesserà la realizzazione del Polo oncologico e la realizzazione di una nuova cubatura lungo l’asse nord-sud. Nella fase 2, dopo la sistemazione definitiva dei reparti e servizi nelle nuove volumetrie, saranno riqualificati la Piastra e i reparti di degenza nel Monoblocco. La fase 3 riguarderà il padiglione Ala Sud mentre la ristrutturazione del padiglione Polifunzionale, adiacente a quest’ultimo, costituirà la fase conclusiva dei lavori sugli edifici esistenti.

Giuseppe La Franca
architetto