Le aree interne rappresentano circa il 60% del territorio nazionale, ricomprendono 4 mila comuni e 13 milioni di abitanti, pari al 22,7% della popolazione. Tuttavia sono sovente distanti dai servizi essenziali, a partire da quelli sanitari.
Puntare all’implementazione della sanità territoriale, anche grazie all’opportunità offerta dal PNRR è un obiettivo prioritario per il Governo. Presso la Sala Zuccari del Senato, presentato lo scorso 17 luglio l’Intergruppo parlamentare sulla prevenzione e le emergenze sanitarie nelle aree interne in occasione di un convegno sul tema.
Il problema delle aree interne è un problema diffuso, che interessa il 60% dei territori peninsulari in cui abitano 13 milioni di persone in circa 4mila piccoli comuni.
Si tratta di territori a forte rischio di spopolamento demografico, con una ridotta natalità e una forte mobilità giovanile anche per via della limitata offerta di servizi, caratterizzati da una popolazione non nativa digitale e con fragilità formativa.
L’offerta limitata di servizi non si ripercuote solo sull’ambito sanitario ma anche su quello educativo. Si tratta di territori spesso sprovvisti di scuole superiori (assenti in circa l’80% dei comuni) e talvolta finanche di scuole medie (39%).
Nella classificazione delle aree interne (aggiornata dal Cipess nel 2022) i comuni che distano meno di 27,7 minuti dal ‘polo’ più vicino – che dispone di un Dea di II livello, di una stazione e una scuola superiore – si definiscono ‘cintura’; quelli che distano oltre i 27,7 minuti rientrano nelle aree interne, che si suddividono a loro volta in 3 categorie, sempre in base alla distanza dal polo: comuni intermedi (che distano tra 27,7 e 40,9 minuti), comuni periferici (tra 40,9 e 66,9 minuti), comuni ultraperiferici (oltre 66,9 minuti).
La presentazione del nuovo Intergruppo Parlamentare
“La nuova sanità territoriale, le emergenze e le aree interne”, è il titolo del Convegno ospitato presso la Sala Zuccari del Senato su iniziativa del Senatore Guido Quintino Liris, membro della 5ª Commissione permanente del Senato (Bilancio) lo scorso 17 luglio; un’occasione per riflettere sulle necessità delle aree interne anche alla luce di quanto previsto nel PNRR rispetto allo sviluppo della nuova rete di sanità territoriale, davvero necessaria in quei territori abitati ormai quasi esclusivamente da soggetti anziani.
Si stima infatti che nei comuni periferici e ultraperiferici oltre 1 residente su 4 ha almeno 65 anni; nelle aree interne marginali risiedono circa 1,5 milioni di cittadini con diabete.
Il convegno è stato anche l’occasione per la presentazione dell’Intergruppo parlamentare sulla prevenzione e le emergenze sanitarie nelle aree interne di cui sono co-presidenti il promotore dell’iniziativa, senatore Liris, e la Senatrice Daniela Sbrollini, Vice Presidente della 10ª Commissione permanente del Senato (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale).
Una nuova rete di sanità territoriale
“Il PNRR identifica nello sviluppo della nuova rete di sanità territoriale un punto di sostegno alle politiche di riqualificazione dei tessuti urbani più vulnerabili – ha sostenuto il promotore dell’Iniziativa, Senatore Guido Quintino Liris – Il nuovo scenario emergente si basa sulla concezione della spesa sanitaria non più come costo, ma come investimento, scardinando un preconcetto che ritiene la spesa stessa incompatibile con gli equilibri finanziari del Paese.
L’identificazione delle sfide finanziarie nel perseguire gli obiettivi di sanità territoriale deve essere assicurata in combinato disposto con la qualità delle cure e la prevenzione in ognuno dei singoli territori.
Prevenzione, territorio e prossimità diventano, quindi, le parole chiave per costruire una sanità sempre più vicina e aderente ai bisogni della popolazione, in un contesto di progressivo invecchiamento della popolazione e contestuale aumento delle aspettative di qualità di vita. Risulta strategico, pertanto, lavorare per potenziare la Sanità territoriale nelle aree interne, affrontando il tema in termini di investimenti in ricerca, assistenza e cura del paziente”.
Una nuova centralità per il MMG
I bisogni sanitari e la popolazione stanno cambiando, e si evidenziano maggiori bisogni di cura. Alla luce di tutto questo tutto telemedicina, teleassistenza, assistenza domiciliare integrata, Case e ospedali di comunità possono fornire una risposta equa ed efficace.
“In quest’ottica assume rilevanza strategica la medicina di prossimità, che si realizza sul territorio prevenendo per quanto possibile l’ospedalizzazione. Assume, quindi, centralità il ruolo del medico di medicina generale in quanto in possesso di informazioni preziose sui singoli pazienti attraverso le quali il sistema di assistenza territoriale può diventare una realtà di eccellenza” ha sottolineato il sen. Liris.
Digitalizzazione e telemedicina per superare i gap dell’assistenza
“Nelle aree interne oltre la metà (52%) delle case di comunità previste col PNRR sarà spoke (contro una media nazionale del 34%) e il 23,3% dei futuri ospedali di comunità sarà realizzato con nuove costruzioni o ampliamenti, in linea con la media nazionale”, ha dichiarato la sen. Daniela Sbrollini.
“L’obiettivo centrale degli investimenti del PNRR è costruire una rete di servizi sanitari di prossimità, con ospedali e case della comunità diffuse sul territorio, con punti facili di digitalizzazione, con un ruolo alla telemedicina, alle farmacie dei servizi, ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta, in modo da non creare fenomeni di digital divide e promuovere una effettiva equità sociosanitaria per la popolazione in tutto il Paese”.
Un forte impegno per garantire salute a 13 milioni di italiani
“Ogni volta che rappresentanti del Parlamento appartenenti a schieramenti diversi condividono progetti e idee superando posizioni ideologiche contrapposte si rafforza la capacità delle istituzioni di dare risposta ai cittadini”, ha sostenuto il ministro della Salute, Orazio Schillaci.
“Le aree interne coinvolgono circa 13 milioni di italiani, per lo più anziani, che sovente presentano patologie croniche e comorbidità che vanno intercettate in strutture sanitarie di prossimità.
A questi cittadini dobbiamo dare la possibilità di curarsi vicino casa, senza più dover percorrere lunghe distanze, e anche a domicilio. In questo scenario la realizzazione di circa il 30% delle case di comunità nelle aree interne e di circa il 20% degli ospedali di comunità previsti dal PNRR permetterà di rafforzare in queste aree la capacità di risposta del SSN.
In tal senso a oggi sono avviati 438 cantieri delle 1.038 case della comunità e 106 dei 307 ospedali di comunità. Senza contare che con la rimodulazione del Piano abbiamo aumentato di 250 milioni le risorse destinate all’assistenza domiciliare e di 500 milioni di euro le risorse per la telemedicina”.
Nello Musumeci, ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, nel congratularsi per la creazione di questo Intergruppo, ha ricordato che il nostro non è un Paese per la prevenzione, in cui non vengono attuate strategie per la prevenzione del rischio e l’esempio dei Campi Flegrei è esemplare in tal senso.
Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, nel ringraziare il ministro Schillaci per aver compreso i problemi della sua Regione e aver approvato la proposta della nuova rete ospedaliera abruzzese, ha ricordato che è giunto il momento di mettere insieme istituzioni, Regioni, Parlamento per permettere a tutti, anche a chi vive nelle aree interne, di sentirsi cittadini di serie A.