Assobiomedica: dispositivi medici e il Patto per la Salute

Le imprese di dispositivi medici in Italia sono 3.037, con circa 60 mila addetti; le imprese di produzione sono 1.118 con un fatturato di 7 miliardi di euro. Il 70% di queste aziende si concentra in cinque Regioni: Lombardia (816), Emilia-Romagna (404), Lazio (343), Veneto (285) e Toscana (187). Le imprese di produzione sono il 37% del totale e riflettono il tessuto industriale italiano: per il 58% sono microimprese, per il 30% piccole, per il 10% medie e per il 2% grandi. Sono alcuni dei dati sul settore dei dispositivi medici, elaborati dal Centro Studi Assobiomedica. «È necessario», avverte Stefano Rimondi, presidente Assobiomedica, «che Governo e Regioni, con il Patto per la Salute, mettano mano a sprechi e inefficienze in sanità secondo principi di appropriatezza, qualità ed efficienza dei servizi. Il nostro timore è che, per far quadrare i conti, con i costi standard si introducano modalità di acquisto che guardino principalmente al prezzo, incentivando i monopoli, scoraggiando l’innovazione e penalizzando la qualità dei servizi offerti al cittadino. Se la soluzione diventa la centralizzazione esasperata degli acquisti per imporre ai pazienti lo stesso prodotto al prezzo più basso, annullando le esigenze specifiche e azzerando il valore dell’innovazione, si andrà alla progressiva crisi del sistema salute». Ricordiamo che la spesa in dispositivi medici a carico del Ssn è di 6,3 miliardi di euro, pari al 5,7% della spesa sanitaria pubblica complessiva e al 19,1% della spesa sanitaria pubblica in beni e servizi. Le importazioni nel 2012 (6,7 miliardi) sono scese del 4,1% e le esportazioni (5,9 miliardi) sono aumentate del 9,6%. Il 14% dei brevetti nel mondo sono nel settore dei dispositivi medici; l’Italia nel 2012 è il tredicesimo brevettatore nel mondo in questo settore.