C’è un trend in continua crescita che mira a modificare la tradizionale catena di produzione e distribuzione dei dispositivi medici e dentali, favorendone al contempo la massima personalizzazione: grazie alla tecnologia della additive manufacturing, nota anche come stampa 3D, è infatti possibile per i fornitori realizzare i dispositivi direttamente presso il punto di assistenza. In ambito medico, ciò garantisce anche una produzione più rapida dei dispositivi medici personalizzati in ambito.
Si stima che questo trend subirà una ulteriore accelerazione nel corso del 2024. Questa, almeno, l’opinione del dottor Gautam Gupta, Vicepresidente senior e Direttore Generale Medical Devices per 3D Systems, azienda statunitense specializzata nella produzione di stampanti 3D, materiali stampabili e software di grafica 3D.
Quali i settori più toccati dalla trasformazione?
Gautam Gupta parla principalmente per la situazione statunitense, riconoscendo comunque che l’Europa è uno dei principali mercati del settore. La personalizzazione potrebbe essere estesa a procedure cranio maxillo-facciali, ortopedia oncologica, fusione vertebrale, artroplastica totale di anca, ginocchio, spalla e così via.
Particolarmente interessati alla presenza di un servizio di stampa 3D direttamente in struttura ospedaliera sono gli specialisti del Trauma, che spesso si trovano a dover gestire casi molto complessi. Casi, questi, nei quali il dottor Gupta suggerisce vengano usati anche software di Intelligenza Artificiali che aiutino non solo a definire i piani di intervento migliori per il singolo paziente, ma anche a scalare le possibili soluzioni e individuare la più adeguata.
Perché questo processo possa proseguire, è importante snellire i flussi di lavoro, per esempio integrando software dedicati. Oltre a portare vantaggi al paziente, questo processo di distribuzione potrebbe anche garantire risparmi alle strutture interessate.
Possibilità di risparmiare
Guardando ciò che sta succedendo negli USA, dove il continuo aumento dei costi medici ha stimolato la nascita di tanti piccoli punti di chirurgia ambulatoriale, diffusi capillarmente sul territorio e dove la personalizzazione dei device consente di ridurre al minimo il magazzino e i costi associati. Anche per questa ragione, questi punti ambulatoriali garantiscono interventi di qualità ai cittadini, a prezzi inferiori a quelli che pagherebbero in ospedale.
Ora, in Italia possiamo ancora contare sul supporto del Servizio Sanitario Nazionale, ma è possibile che la realizzazione di servizi di stampa 3D a finalità medica nei singoli ospedali possa ridurre, nel tempo, i costi associati a un intervento. Inoltre, è indubbio che la nostra Sanità stia cambiando, con un peso sempre maggiore del privato nelle scelte del cittadino: non è quindi detto che, con il tempo, si venga a definire anche da noi una situazione simile a quella statunitense.