Il 10 e l’11 novembre si terrà a Ragusa il convegno “La Cardiologia digitale: una nuova idea di Sanità”, organizzato da Collage. Tra i direttori scientifici del convegno, il dott. Antonino Nicosia, direttore UOC Cardiologia, Ospedale Giovanni Paolo II, Ragusa, insieme al prof. Italo Porto, professore ordinario di Malattie dell’Apparato Cardiovascolare, Università di Genova. Co-Direttori sono Marco Caruso, Francesco Clemenza, Giuseppe Sgarito, Riccardo Giammanco, Massimo Iacono.

Obiettivo primario del convegno è incentivare la cultura digitale e spronare un intervento legislativo che ne può favorire l’uso. Di primaria importanza è, quindi, l’applicazione delle innovazioni tecnologiche che favoriscono diagnosi precoci e medicina personalizzata.

L’intelligenza artificiale è in grado, infatti, di analizzare un’ampissima mole di dati: «oggi valutiamo questi dati sulla base di un progetto mentale e analizziamo quelli che ci interessano per un determinato scopo: ciò però riduce l’accesso ad alcune informazioni, che restano nascoste nella massa di dati. L’IA, non avendo un’idea preconcetta (il cosiddetto black box), permette una visione più ampia. La cartella clinica digitale, integrata con tutti i servizi, permette con un clic di mettere a disposizione tutti i dati utili per i progressivi controlli. Vi sono poi i dispositivi indossabili, che sono già a disposizione di tutti noi» ha aggiunto il prof. Italo Porto, come un particolare tipo di smartwatch in grado di ottenere, dovunque ci si trovi, un elettrocardiogramma a 12 derivazioni.

L’impiego della digitalizzazione in ambito medico potrebbe, infatti, limitare infarti, aritmie e scompenso cardiaco, dare la possibilità allo specialista di valutare l’andamento della terapia e intervenire a seconda del caso. Limitare i ricoveri non necessari evitando assiepamenti di folle e riducendo la diffusione di infezioni nosocomiali.

«Telemonitorare il paziente a domicilio significa inviare ai medici di riferimento continue informazioni su frequenza cardiaca, pressione arteriosa, saturometria in vari momenti della giornata», spiega Antonino Nicosia. «Per le aritmie, oltre al classico holter, è possibile vedere la situazione del paziente con dispositivi come defibrillatori, pacemaker, loop recorder che sono collegati con wifi o bluetooth e comunicano prontamente eventuali problemi. La patologia più importante che si giova di queste innovazioni è lo scompenso cardiaco: grazie al monitoraggio garantito da queste device e alle immediate comunicazioni si possono cogliere precocemente i segnali di un riacutizzarsi della patologia evitando una riospedalizzazione» ha continuato.

«Tuttavia, resta un problema di sottoutilizzo di queste risorse: in Sicilia la telemedicina si usa al 15-18%; in regioni più all’avanguardia si arriva al 30% circa. Cifre ancora molto basse rispetto alle potenzialità di queste risorse», conclude Nicosia. Eppure, solo in Italia a soffrire di scompenso cardiaco sono circa 600mila persone e si stima che la sua prevalenza raddoppi a ogni decade di età (dopo i 65 anni arriva al 10% circa).

È fondamentale, quindi, lavorare alla costruzione di una cultura digitale tra utenti e operatori «per governare la tecnologia, visto che chi la utilizza deve essere più smart della tecnologia stessa. Inoltre, è necessario anche un apporto legislativo e un contributo delle società scientifiche per definire la gestione dei dati, il regolamento della privacy, le misure di sicurezza e, non ultima, la cornice etica», ha dichiarato, infine, il prof. Italo Porto.