Si è svolto a Roma presso il Museo Ninfeo dell’ENPAM l’incontro “L’informazione che cura: sostenibilità, sicurezza e risparmio con i Clinical Decision Support Systems (CDSS), che si è concentrato sul mondo dei Clinical Decision Support System interrogandosi sul loro impatto in merito alla riduzione della variabilità clinica, la possibilità di errore, i tempi delle diagnosi e l’aumentano dei risparmi e la sicurezza.
I CDSS sono grandi database di informazioni aggiornate che possono essere interrogati su sintomi e passaggi diagnostici, offrendo una risposta in pochi minuti.
Ce ne sono di diverse tipologie, quello di un database scritto e aggiornato da medici con o senza l’aiuto dell’IA è una tra queste, e il loro obiettivo non è sostituire il medico, ma affiancarlo nel processo di scelta.
L’evento ha riunito vertici di ASL, clinici, esperti tecnologici e sviluppatori per contribuire a costruire e diffondere una visione condivisa sull’adozione di questi sistemi.
La voce dei protagonisti
«Il più importante impatto dei CDSS è la crescita dell’appropriatezza. L’incidenza dei trattamenti inappropriati può scendere dal 20% al 2%», ha spiegato Micaela La Regina, internista e risk manager presso l’ASL 5 Liguria. «Ciò significa meno ritardi diagnostici e terapeutici, meno esami inutili e una riduzione significativa delle liste d’attesa, con evidenti benefici per la sostenibilità finanziaria del SSN. Dopo 5 anni e l’integrazione con la cartella clinica elettronica abbiamo toccato le 10 mila ricerche all’anno. Sono sistemi che non solo meritano di essere introdotti, ma abbisognano di sostegno del tempo con formazione e sensibilizzazione».
Lucio Patoia, primario USL Umbria 2 ha portato l’esempio di un caso clinico: «La Porpora trombotica trombocitopenica in una paziente alla 33a settimana di gravidanza. Si tratta di una malattia grave, con il 90% di mortalità se non trattata, richiede un forte impegno multidisciplinare e rischia di creare pericolose tensioni tra i diversi medici coinvolti. In questo caso i CDSS portano un grande vantaggio: permettono di tracciare il percorso terapeutico concordando in anticipo i compiti di tutti gli specialisti coinvolti».
I CDSS sono dei validi supporti per rimanere costantemente aggiornati.
«Ogni anno vengono pubblicati oltre 800.000 articoli scientifici: l’IA è in grado di raccogliere e rielaborare questo patrimonio di conoscenze, offrendo aggiornamenti continui e personalizzati. Chi non utilizza tali sistemi può restare vincolato alle conoscenze apprese durante gli studi. È umanamente impossibile restare aggiornati su tutto. In questo i CDSS aiutano proprio perché sintetizzano e verificano il sapere, aumentando la capacità di fare diagnosi – ha evidenziato Mario Diplomatico, medico neonatologo presso l’Ospedale Moscati di Avellino.
Più si conosce, più si hanno dubbi. Per questo il Clinical Decision Support Systems non semplificano, ma aiutano ad affrontare le complessità. Integrarli nella pratica clinica rafforza la libertà e la sicurezza di scelta del medico. Ormai la quantità di informazioni è tale che anche un professionista esperto non può conoscere tutto. Chi fa sintesi per te facilita enormemente il lavoro nella sua interezza».
L’utilizzo dei CDSS è, inoltre, fondamentale per la formazione dei giovani medici.
«Abbiamo abbracciato un CDSS (UpToDate) circa 12 anni fa. Non cambia solo la prassi clinica, ma anche il modo in cui formiamo i nostri specializzandi. Sono strumenti che permetto un nuovo e virtuoso confronto tra medici giovani ed esperti, basato sulle evidenze e sul metodo scientifico.» ha dichiarato Antonio De Belvis, direttore UOC Percorsi e Valutazione Outcome Clinici, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.
«Quella dei CDSS apre una finestra importante. Noi DG, oberati da gravi carenze di personale e dagli adempimenti giorno per giorno, dobbiamo ciononostante trovare tempo da dedicare a sistemi che possono alleviare molte di quelle stesse criticità che esigono gran parte della nostra attenzione», ha aggiunto Gregorio Colacicco, Direttore Generale Asl Taranto.
Massimo Casciello, già Direttore al Ministero della Salute e moderatore dell’evento, ha osservato: “Molti medici vengono da una generazione precedente e necessitano di cambiare il loro approccio. Allo stesso modo non dobbiamo fare l’errore opposto e quindi riporre eccessiva fiducia negli strumenti dei CDSS. Il grado di flessibilità e accuratezza dell’utilizzo di questi strumenti dipende dalla bravura del medico che è a capo dell’intero processo”.
«C’è un crescente disallineamento tra la disponibilità di tecnologie sul mercato e la capacità da parte delle sanità regionali di introdurla coerentemente – ha spiegato Raffaella Fonda, direttrice della rete B-sanità. Da qui nasce il confronto sui Clinical Decision Support System. A fronte del beneficio in diagnosi più veloci ed esami appropriati, è sulla misurazione degli esiti e sulla condivisione delle esperienze reali che si può basare una diffusione evidence-based di questa tecnologia nel servizio sanitario».
Tuttavia, l’utilizzo dei CDSS presenta ad oggi delle criticità.
«Assodati i vantaggi connessi all’impiego dei CDSS, questi strumenti scontano una debolezza strutturale del contesto italiano per la sanità digitale: una strategia di sistema per l’utilizzo dei dati che, al momento, è frammentata a livello regionale con prassi e stadi di sviluppo anche molto diversi tra loro» ha affermato Enzo Chilelli, presidente Comitato degli Esperti B-Sanità.



