Tra le patologie cardiovascolari più diffuse ci sono le coronaropatie associate a un ridotto apporto di ossigeno al cuore e a un rischio sempre maggiore di incorrere in un infarto del miocardio. Si stima che oltre la metà delle morti per patologia cardiovascolare siano proprio da imputare a coronaropatie acute: un recente studio epidemiologico (Epidemiology and Demographics of Coronary Artery Disease) parla, per i soli Stati Uniti, di 18 milioni di morti l’anno e di un costo sociosanitario elevatissimo.

In Europa si attribuisce alle coronorapotie circa il 20% di tutte le morti, arrivando a rappresentare il 16% delle morti premature sotto i 75 anni per le donne e il 18% per gli uomini (Gender and Social Inequalities in Awareness of Coronary Artery Disease in European Countries). Il trattamento elettivo per i casi più gravi è l’angioplastica, durante la quale si posiziona all’interno dell’arteria ostruita, un palloncino che, opportunamente gonfiato, ristabilisce il flusso del sangue. Fatto ciò, si può introdurre anche uno stent che mantiene pervia l’arteria e lascia fluire il sangue.

Innovazione in ambito angioplastica

Negli ultimi tempi si è alla ricerca di tecniche che rendano l’angioplastica più rapida, sicura e precisa. A tal fine, si sta sperimentando l’uso della TAC per effettuare lo studio della coronaria da disostruire prima dell’intervento. In questo modo, il chirurgo impegnato nella procedura lavora basandosi sulla guida della simulazione preventivamente effettuata, il che garantisce una maggior precisione.

L’uso dell’angioplastica TAC guidata è parte dello studio europeo P4, coordinato dall’Heart Center di Aalst, in Belgio. Nei giorni scorsi, presso il Centro Cardiologico Monzino di Milano, che partecipa allo studio P4, è stata eseguita la prima angioplastica Tac guidata.

«Questo trial – spiega Saima Mushtaq, responsabile dell’Unità operativa di TAC cardiovascolare del Monzino e Co-PI dello studio in oggetto – si inserisce nell’ambito del crescente ruolo dell’imaging non invasivo nel guidare le procedure interventistiche sia nell’ambito della malattia coronarica, come nel caso dello studio P4, che in ambiti differenti quali la cardiopatia strutturale o le procedure di elettrofisiologia». Descrivono i vantaggi della nuova procedura gli specialisti dell’Istituto milanese coinvolti.

La parola agli esperti

Gianluca Pontone

Gianluca Pontone, direttore Dipartimento di Cardiologia Peri-operatoria e Imaging Cardiovascolare e principal investigator per il Monzino dello studio P4, spiega: «i vantaggi per il paziente dell’angioplastica TAC guidata sono evidenti: meno invasività, meno radiazioni, minor tempo sul letto operatorio. L’obiettivo principale dello studio, che recluterà 1000 pazienti, è dimostrare la non inferiorità fra l’angioplastica guidata dalla TAC rispetto alla procedura standard. Se tale obiettivo dovesse essere raggiunto, la Tac pre-operatoria potrebbe diventare lo standard per le procedure di angioplastica, evitando di sottoporre il paziente a una coronarografia completa e risparmiando altre procedure oggi necessarie, come l’IVUS (Ecografia intravascolare)». Aggiunge Daniela Trabattoni, responsabile dell’Unità Operativa di Cardiologia Interventistica del Monzino e team leader degli interventisti coinvolti nel progetto: «non è escluso che tale approccio, ovvero quello della angioplastica TAC guidata, possa addirittura rivelarsi più efficace rispetto a quello tradizionale. Per questo il Monzino crede molto in questo studio tant’è che, appena ottenuto il semaforo verde dal Belgio, abbiamo arruolato il primo paziente e nei prossimi giorni ne abbiamo già programmati altri cinque».