Da infermieri e volontari la Carta di Riva per una riforma del 118

Il sistema di emergenza 118 è stato istituito con Decreto del Presidente della Repubblica il 27 marzo 1992. A 30 anni di distanza, in occasione del Congresso Nazionale della Medicina di Emergenza-Urgenza, tenutosi il 20 e 21 settembre scorsi a Riva del Garda, medici infermieri e volontari hanno sottoscritto un documento di 13 proposte per un riassetto profondo del sistema 118 che necessita di un adeguamento anche alla luce dell’evoluzione tecnologica in atto, la “Carta di Riva”.

In occasione del Congresso Nazionale della Medicina di Emergenza-Urgenza 2021, tenutosi il 20 e 21 settembre scorsi a Riva del Garda, le principali societĂ  scientifiche e professionali mediche e infermieristiche, la Croce Rossa e altre associazioni di volontariato impegnate nei servizi di emergenza-urgenza, hanno sottoscritto un documento, articolato in 13 punti, per un riassetto del sistema 118, istituito con Decreto del Presidente della Repubblica nel 1992.

Lo stesso difatti mantiene caratteristiche di forte innovatività anche se – a distanza di quasi un trentennio dalla sua istituzione – necessita di un adeguamento alla luce dell’evoluzione tecnologica in atto e di nuove competenze professionali delle figure coinvolte nel sistema.

La Carta di Riva

Innanzitutto, si legge nel documento, “Appare imprescindibile la necessità di garantire l’integrazione delle varie componenti del Servizio Sanitario Nazionale al fine di garantire le migliori prestazioni possibili nell’ambito dell’emergenza urgenza”.

Per un’equità e una standardizzazione di trattamento

Tra i punti salienti della Carta, in primis emerge la necessità di superare la frammentazione dei modelli gestionali, che possa essere in grado di garantire un’equità e una standardizzazione di trattamento a tutti i cittadini di tutto il territorio nazionale, unitamente alla definizione di criteri per la realizzazione di organizzazioni virtuose del sistema di Emergenza Urgenza.

Un altro punto su cui le istituzioni promotrici della carta hanno insistito è stato l’obbligo di integrazione delle centrali operative 118 con le centrali uniche di risposta del 112, anche grazie all’innovazione tecnologica in grado di consentire il collegamento informativo tra le varie componenti e con le centrali operative territoriali.

Inoltre, è stata richiesta la maggiore integrazione possibile tra le diverse componenti del sistema sanitario nazionale a tutti i livelli, unitamente alla valorizzazione delle figure professionali attraverso il rafforzamento e la migliore declinazione delle rispettive competenze.

La valorizzazione degli infermieri nel triage

Tra i punti della Carta di Riva, alcuni focalizzano l’attenzione sulla valorizzazione della figura degli infermieri, tanto all’interno del percorso di triage, di cui queste figure professionali detengono la titolarità della gestione e del percorso, quanto in ambito di emergenza pre-ospedaliera.

Una univoca valutazione delle performance

Anche al fine di assicurare una standardizzazione di processi e percorsi, la valutazione delle performance deve concretizzarsi attraverso specifici indicatori della qualità del sistema di emergenza urgenza pre-ospedaliero e ospedaliero. A ciò si aggiunge la richiesta di un unico sistema nazionale di monitoraggio della qualità delle prestazioni erogate, che permetta una valutazione di efficacia ed efficienza dei diversi sistemi regionali e delle province autonome.

Il reclutamento del personale

Il personale deve essere reclutato in base a specifici, omogenei parametri: per quanto attiene al personale sanitario, il reclutamento non può prescindere da rapporti di dipendenza con il sistema sanitario nazionale e non può avvenire se non con modalità di accesso uniformi, anche a livello di formazione. Sempre per quanto concerne il personale sanitario impiegato nell’emergenza pre-ospedaliera e ospedaliera, è stata richiesta una valorizzazione strutturale dello stesso, anche con la previsione di specifiche indennità di ruolo e rischio ambientale da estendere al personale tecnico; per il personal senior, proposti invece percorsi di formazione, tutoraggio e orientamento dei neofiti così da non disperdere competenze e anni di esperienza.

Il riconoscimento delle associazioni di volontariato

La richiesta quindi di un riconoscimento formale delle associazioni di volontariato ed infine “La necessità di una norma nazionale che regolamenti le competenze e i conseguenti standard formativi della componente tecnica del sistema di soccorso regolamentandoli in profili professionali rispondenti agli attuali attori del sistema, siano essi volontari che dipendenti, valorizzando sia la componente del servizio pubblico che le esperienze pregresse ed il ruolo delle reti nazionali del volontariato”.

Elena D’Alessandri