Il report stilato dall’Accademia dei direttori Simeu ha affrontato i problemi più cogenti di Pronto Soccorso, 118, medicina di emergenza-urgenza e, più in generale del SSN. Tra le criticità principali emerse, l’aumento degli accessi, la disaffezione dei professionisti, gli accessi impropri e le aggressioni.
L’evento che ha raccolto a Roma lo scorso 7 novembre i Direttori di Struttura dell’Emergenza-Urgenza provenienti da tutta Italia, ha rappresentato l’occasione per presentare i risultati della rilevazione condotta dalla Società Italiana di Medicina di Emergenza-Urgenza, sulla situazione del comparto nel contesto generale in cui versa il SSN.
Accessi in crescita
Alla survey hanno aderito 80 centri rappresentativi di un numero di accessi in Pronto Soccorso pari a quasi 4 milioni, cioè il 22% di quelli totali rilevati da Agenas nel 2023.
«Il primo numero che emerge è un ulteriore incremento degli accessi annui che al 30 settembre 2024 registra un +2,2% rispetto al 2023, proiettando il valore annuo a circa 19 milioni di visite. Dal 2020, anno post-pandemico, a oggi l’incremento cumulativo è del 29%. Risulta evidente la necessità dei cittadini di un accesso rapido e non mediato alle strutture del SSN», ha sostenuto Salvatore Manca, past president Simeu, «un peso sempre maggiore che grava sul sistema dell’emergenza urgenza».
Le criticità principali
Per quanto attiene alle criticità principali dei Pronto Soccorso, il rapporto evidenzia la carenza di personale, il boarding, gli accessi impropri e le aggressioni.
«I temi maggiormente dibattuti, come gli accessi impropri o le aggressioni, sono considerati dai professionisti di minor importanza rispetto alla necessità di rinforzare gli organici con lo scopo di garantire una migliore qualità di cura ed assistenza e di diminuire il carico di lavoro sui singoli operatori e, di conseguenza, anche lo stress psicofisico dei professionisti», ha sostenuto Beniamino Susi, vicepresidente Simeu.
«Lo stress correlato a un’attività intensa è anche l’elemento più critico in assoluto che definisce la disaffezione dei medici al lavoro in Pronto Soccorso prima ancora che la valorizzazione economica», ha ricordato il segretario nazionale Antonio Voza.
Per quanto riguarda il boarding, nel 2024 rispetto al passato si evidenzia un incremento del 54% a fronte di una diminuzione del 36%, grazie a specifici provvedimenti organizzativi.
«Il dato confortante è che il 36% dei centri registra una diminuzione, il che dimostra che esistono margini di miglioramento che devono essere maggiormente esplorati. Nonostante il problema continui a essere in sostanziale crescita nella maggioranza dei casi questo valore, associato all’incremento degli accessi, delinea un futuro di maggior impegno per le strutture dell’Emergenza-Urgenza», ha enfatizzato Andrea Fabbri, Ufficio di Presidenza Simeu.
Maggiore azione di filtro della medicina territoriale
In tal senso, i direttori Simeu chiedono una maggiore azione di ‘filtro’ da parte della medicina territoriale unitamente all’attivazione di ambulatori ad accesso diretto, una migliore presa in carico dei pazienti dimissibili e una diminuzione dei tempi di attesa per esami diagnostici.
«Si evidenzia che le liste d’attesa, argomento centrale degli ultimi anni, sono considerate meno impattanti rispetto ad altri elementi quali la possibile azione di filtro della medicina generale o la presa in carico precoce di pazienti in uscita dall’ospedale», ha sostenuto Fabio De Iaco, presidente Simeu.
Indirizzare altrove pazienti a minore priorità e aumentare gli organici
I direttori Simeu richiedono, inoltre, percorsi separati per codici minori e la possibilità d’indirizzare altrove, fin dal triage, pazienti a minor priorità oltre, naturalmente, a un incremento degli organici.
Identikit dei pazienti più frequenti e deficit del territorio
Per quanto concerne l’identikit del paziente tipo che arriva in Pronto Soccorso, il rapporto restituisce un’immagine che rivela in tutta la sua essenza i deficit della medicina territoriale, enfatizzando quanto il Pronto Soccorso rappresenti una soluzione tampone per condizioni che dovrebbero essere gestite altrimenti. I maggiori fruitori sono, infatti, pazienti cronici multi-morbidi, pazienti oncologici e pazienti con problemi psichiatrici.
Il progetto Aver cura
L’Accademia dei direttori 2024 è stata anche l’occasione per presentare i dati raccolti dal gruppo di lavoro del progetto Simeu “Aver Cura”. La situazione di crisi dei Pronto Soccorso ha determinato effetti negativi tanto sui professionisti sanitari quanto sui pazienti che si rivolgono al servizio. Alla luce di tutto questo Simeu ha scelto d’investire in un progetto di compartecipazione, analisi e condivisione di intenti che, per la prima volta, ha coinvolto attivamente i cittadini – pazienti e parenti – quali possibili alleati dei professionisti in prima linea nell’ambito dell’emergenza urgenza, nella richiesta di interventi concreti e strutturati da parte dei decisori.
In questo ambito sono stati diffusi ai direttori sanitari due questionari, l’uno rivolto ai pazienti e l’altro agli operatori sanitari. Le risposte dei pazienti hanno rivelato un accesso medio di 3 volte l’anno ma la mancata conoscenza del significato del triage e dei codici colore. Più del 49% ha atteso oltre 8 ore per il ricovero, il 61% non ha avuto il pasto e il 37% neppure un ristoro. Altresì, il 42% dei pazienti ha dichiarato disagi organizzativi.
Cure adeguate nei casi più gravi
«Il dato confortante è che più i codici sono alti, e quindi le problematiche ed il rischio clinico gravi, e più i pazienti hanno dichiarato di aver avuto la percezione di cure adeguate e comunicazioni chiari ed esaustive. Questa sensazione invece scende tra i codici bianchi, il 21% dei quali dichiara anche di aver ricevuto informazioni insufficienti», ha evidenziato Daniela Pierluigi, direttrice del progetto nonché membro dell’attuale Consiglio Nazionale Simeu.
Ciò significa che le risposte alla vera emergenza-urgenza, grazie allo sforzo di medici e infermieri, continuano a essere eccellenti nonostante il contesto.
Dal canto loro, i sanitari hanno lamentato aggressioni verbali (riscontrate dal 76%) e fisiche (ricevute dal 64%). A fronte di un 96% di professionisti sanitari a conoscenza del decreto-legge 14/12/2020, n. 113, che sancisce la pena alle aggressioni subite in Pronto Soccorso, solo il 36% l’ha denunciato alla Direzione Sanitaria o alle forze dell’ordine; il 65% dei sanitari ha dichiarato invece impotenza e frustrazione per questa situazione.