Da Siaarti il registro delle Terapie Intensive

Da sinistra, Flavia Petrini, presidente Siaarti, Gianluca Russo, direttore anestesia Ospedale Maggiore di Lodi, Annalisa Malara, anestesista di Lodi, responsabile della prima diagnosi su paziente italiano

Dopo un anno in prima linea nel contrasto alla pandemia, gli anestesisti-rianimatori della Siaarti hanno avviato due progetti che permetteranno agli operatori delle Terapie Intensive di rispondere sempre meglio alle criticità che l’emergenza ha portato in primo piano.

Come spiegato da Flavia Petrini, presidente Siaarti, «si tratta del Registro-Cruscotto delle Terapie Intensive italiane e del progetto Giorgio’s (Gruppo Italiano Organizzazione e Ricerca Gestione Integrata Operativa Siaarti), iniziativa di raccolta dati volta a descrivere realtà strutturale e operativa dei blocchi operatori degli ospedali italiani».

Da sinistra, Flavia Petrini, presidente Siaarti, Gianluca Russo, direttore anestesia Ospedale Maggiore di Lodi, Annalisa Malara, anestesista di Lodi, responsabile della prima diagnosi su paziente italiano

Il Registro-Cruscotto è avviato da Siaarti per creare uno strumento unico di rendicontazione fra le Regioni e i centri ospedalieri dotati di reparti di Terapia Intensiva e nasce per offrire: consultazione in tempo reale delle Unità di Terapia Intensiva; monitoraggio in tempo reale dello stato di occupazione dei posti letto di Terapia Intensiva; trasparenza e aggiornamento quotidiano dei dati a cura della dirigenza medica; ottimizzazione del sistema, propedeutica all’attivazione e alla messa a regime degli investimenti strumentali e strutturali (stanziati con il Decreto Rilancio 34/20); accesso delle istituzioni ai dati raccolti.

Il progetto Giorgio’s ha invece l’obiettivo di fornire una descrizione completa della struttura e delle attività di un blocco operatorio e di confrontare blocchi omogenei fra loro, evidenziandone punti di forza e debolezza, per contribuire all’efficienza del sistema e al miglioramento della sicurezza.

Consentirà, se implementato su ampia scala, di capire quali sono la riduzione o l’aumento delle attività chirurgiche nelle varie fasi di un evento come la pandemia che stiamo vivendo, ma soprattutto in tempi normali.

Ha concluso Flavia Petrini: «riteniamo che questi due progetti siano un contributo concreto a tutto il SSN, che in molte occasioni ha confermato il bisogno di poter disporre di quei dati necessari per una programmazione corretta delle sue attività, siano esse in emergenza che in condizioni abituali».