Uno degli obiettivi della Mission 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza riguarda la digitalizzazione della Sanità, vista anche come opportunità per migliorare l’accessibilità alle cure e gestire un maggior numero di pazienti, senza incidere troppo sui budget aziendali e, di conseguenza, regionali e statali.
Tra le altre cose risulta importante anche l’ammodernamento della banda su cui passano i dati sanitari: a banda più ampia corrisponde la possibilità di far girare le informazioni più velocemente e connettere anche più dispositivi contemporaneamente. Se si pensa, per esempio, allo sviluppo della telemedicina questo è un obiettivo fondamentale, ma lo stesso vale per la creazione di banche dati “virtuali” a fine di ricerca e così via.
In questo contesto, è interessante valutare il ruolo del 5G, che consente connessione a bassa latenza e una maggiore larghezza di banda, elementi essenziali per garantire sicurezza e continuità agli interventi sanitari in atto. Ne ha scritto di recente Roberto Lucarelli, MSP Solution Architect Southern Europe di Cradlepoint, società tecnologica statunitense, con sede anche in Europa, che si occupa dello sviluppo di apparecchiature di rete “edge wireless” gestite dal cloud.
Diffusione del 5G
Nel suo scritto Lucarelli sottolinea come vi siano già esempi virtuosi dell’impatto che il 5G potrà avere in ambito Sanitario. Nello specifico, sono due i casi riportati, entrambi pre-Covid: «molti professionisti del settore Healthcare sono consapevoli delle potenzialità del 5G applicato a specifici casi d’uso in ambito sanitario. Nel 2019, in Cina, alcuni chirurghi hanno effettuato il primo intervento da remoto abilitato dal 5G, a una distanza di quasi 50 chilometri. Al Mobile World Congress del 2019, il dottor Antonio de Lacy ha fornito assistenza remota a un team di chirurghi e anestesisti impegnati in un intervento presso l’Hospital Clínic di Barcellona.
Il chirurgo che dirigeva l’operazione indicava sul suo tablet dove effettuare l’incisione, oltre a fornire altre indicazioni, come il punto preciso in cui intervenire, il tutto su immagini in movimento ottenute attraverso una telecamera laparoscopica. Contestualmente, l’équipe chirurgica visualizzava l’intervento su uno schermo vicino al tavolo operatorio». Nel tempo gli esempi e gli studi sono aumentati, anche in virtù dello slancio che la pandemia da Sars-CoV-2 ha dato all’ambito della Tele-medicina, in tutte le sue branche.
5G per migliorare la comunicazione sanitaria
L’evoluzione tecnologica oggi consente il diffondersi di dispositivi IoT anche in ambito sanitario, si pensi ai sensori indossabili, ma anche ai cardiofrequenzimetri, i saturimetri e i misuratori del glucosio presenti in reparto e collegati tutti in WI-FI al dispositivo dell’infermiere e del medico di turno.
Grazie alla tecnologia IoT sarà anche possibile il tracciamento di chi entra in ospedale e vi permane, così come di oggetti. Grazie alla sua velocità e bassa latenza, il 5G si configura come miglior strumento di supporto all’espansione di questo settore, ma non solo. Anche gli operatori di Emergenza/Urgenza che escono sul territorio potranno contare su una maggior copertura e, quindi, una migliore comunicazione con la base, per inviare informazioni sul paziente e consentire l’attivazione dei migliori percorsi di cura ospedalieri.
Insomma, per Lucarelli sono tanti gli ambiti sanitari che potranno godere della diffusione di questa tecnologia informatica. E, a cascata, ne godranno anche gli utenti.