Emicrania: quanto è utile la telemedicina? Una revisione italiana

In Italia circa il 12% della popolazione soffre di emicrania, forma molto comune di cefalea primaria: questa colpisce bambini, adolescenti e adulti, in particolare donne. I singoli episodi durano dalle 4 alle 72 ore e possono determinare un dolore molto intenso. I tipi di intervento vanno dal cambio di stili di vita, che includono l’abitudine al sonno, l’alimentazione e l’allenamento, all’uso di farmaci di vario tipo atti a ridurre il sintomo doloroso.

Anche in questo caso una diagnosi precoce permette di agire prima sul problema, di fatto riducendo la quantità di farmaci utilizzati dal paziente. Data la tendenza a cronicizzare di questa patologia, chi ne soffre viene spesso seguito nel tempo da un centro specializzato, con visite regolari atte a valutarne l’andamento dei sintomi e la funzionalità delle terapie utilizzate. Già da tempo la letteratura parlava di telemedicina per seguire questi pazienti, evidenziandone i vantaggi anche economici per ambo le parti, oltre alle virtù organizzative.

Tuttavia, la pandemia da Covid-19 ha dato un’ulteriore spinta a questo processo, portandone l’uso anche in Paesi e realtà in cui era ancora poco sviluppato, se non inesistente.

Una revisione critica italiana conferma l’utilità della telemedicina per pazienti che non riescono ad avere regolare accesso a uno specialista di emicrania, dimostrandosi efficace anche nel ridurre le ospedalizzazioni non urgenti. Gli autori hanno valutato l’impatto della telemedicina in vari punti del percorso terapeutico, partendo dalla diagnosi.

Questa, sottolinea lo studio, richiede ancora prossimità, perché il medico deve valutare il paziente, il suo aspetto, analizzarne il fondo dell’occhio e così via, per capire se il mal di testa è primario o secondario a un altro problema di salute. Nell’impossibilità di effettuare visite di persona ci si basa allora sulla storia clinica del mal di testa di quella persona, vera e propria bussola che consente di portare a una diagnosi “certa”: si stima che servano 200.000 visite in telemedicina per fare un errore di diagnosi.

Non solo: grazie alla tecnologia e allo sviluppo di oftalmoscopi digitali che possono essere caricati sullo smartphone è possibile effettuare a distanza anche l’esame del fondo dell’occhio. Ciò rende una visita a distanza molto simile e altrettanto accurata di una in presenza, certo, utilizzando gli strumenti di contatto adeguati.
Effettuata la diagnosi e verificata la natura benigna del mal di testa, anche il follow-up può essere proseguito a distanza: anche qui entrano in gioco strumenti digitali, come i diari dei pazienti.

Questi ultimi devono essere istruiti a scrivere diligentemente sul diario quando hanno un attacco, qual è la sua intensità e così via: ciò permette al medico di comprendere a fondo le necessità del paziente e di modularne la terapia in modo ancora più preciso che in presenza.

Inoltre, esiste la possibilità di aggiunge al diario elettronico anche un algoritmo di intelligenza artificiale che individua gli eventi più gravi, richiedendo l’intervento del medico. Insomma, anche in questo ambito la tecnologia sta facendo passi fa gigante e sta aiutando molto la clinica, sebbene ci siano ancora carenze. Per esempio, se è noto che la riabilitazione anche a distanza può essere di grande aiuto ai pazienti nel ridurre numero e intensità degli attacchi, è vero anche che esistono poche applicazioni di questo tipo dedicate ai pazienti… e anche quando esistono, non sono riconosciute come farmaci in molti paesi, tra i quali anche l’Italia. E quindi non sono prescrivibili.

Un vero peccato, anche perché ci sono evidenze in letteratura che questo tipo di approccio sia utile anche su popolazioni specifiche di pazienti, come quella pediatrica o quella di persone che vivono in ambiti rurali, lontano da grandi città e quindi da grandi ospedali e centri esperti di emicrania. Insomma, la revisione ha dato un parere positivo all’uso della telemedicina nel trattare le emicranie, seppur sottolineando l’esigenza di allestire studi randomizzati controllati per confermare quando sin qui presente in letteratura.

(Lo studio: Spina E, Tedeschi G, Russo A, Trojsi F, Iodice R, Tozza S, Iovino A, Iodice F, Abbadessa G, di Lorenzo F, Miele G, Maida E, Cerullo G, Sparaco M, Silvestro M, Leocani L, Bonavita S, Manganelli F, Lavorgna L; Digital Technologies, Web and Social Media Study Group of the Italian Society of Neurology (SIN). Telemedicine application to headache: a critical review. Neurol Sci. 2022 Jan 24:1–7. doi: 10.1007/s10072-022-05910-6. Epub ahead of print. PMID: 35075575; PMCID: PMC8786371)

Stefania Somaré