Esami diagnostici di notte?

Secondo Carlo Faletti, presidente della Società Italiana di Radiologia Medica è un inefficace espediente che non risolve il problema delle liste d’attesa. Fare le ore piccole in ospedale per effettuare esami radiologici potrebbe diventare prassi in molti ospedali italiani. Dopo il Veneto sarà il Piemonte, con l’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino, a sperimentare l’apertura notturna per le radiografie. L’iniziativa è nata per snellire le liste d’attesa per esami diagnostici (soprattutto ecografia e Rm), ma lascia perplessa la Sirm. Faletti, che è anche primario di Radiologia al Cto di Torino, ritiene si tratti di «un espediente senza logica attuativa organica, che non cerca la condivisione con gli organismi societari professionali e scientifici». Sirm chiede invece di puntare su soluzioni concrete per abbattere le liste d’attesa, in primis l’appropriatezza prescrittiva e i criteri di priorità. «Abbiamo oltre 60 milioni di prescrizioni l’anno dettate sia dalla medicina difensiva sia dalla scarsa conoscenza del cittadino del reale potenziale diagnostico delle singole modalità». «Tra l’altro», continua Faletti, «si rischia si sottoporre a sovraccarico gli organici e le attrezzature. Oltre il 40% di queste ultime, ricordo, ha più di dieci anni di vita».