Federsanità: organizzazione territoriale in linee operative per le cronicità

«Una popolazione che invecchia rapidamente e negli ultimi due anni si è molto impoverita richiede interventi rapidi ed efficienti. Gli strumenti per attuare riforme sul piano della sanità territoriale-sociale devono orientarsi verso una medicina di iniziativa per una presa in carico reale e a tutto campo». Così Tiziana Frittelli, presidente nazionale di Federsanità e direttore generale dell’AO San Giovanni Addolorata di Roma all’evento inaugurale del Forum Risk Management Sanità svoltosi in questi giorni ad Arezzo.

«I dati Istat consegnano una popolazione che sta invecchiando rapidamente. Dobbiamo tradurre l’attenzione sull’organizzazione territoriale in linee operative. In Italia si stima una spesa complessiva di circa 66,7 miliardi per la cronicità, nel 2028 ne spenderemo 70,7.
Il PNRR ha liberato la necessità di validare riforme sul piano della sanità territoriale e il DM 77 offre gli strumenti, ma dobbiamo fare i conti con la situazione sociale del Paese: 4,6 milioni di persone in povertà assoluta, di cui 1,4 sono minori.

A fine 2020, il 20% più ricco degli italiani deteneva oltre i due terzi della ricchezza nazionale, mentre il 60% più povero il 14,3%. Una donna su due non lavora e il tasso di disoccupazione è il terzo più alto d’Europa. Oltre 3 milioni di giovani non studiano e non lavorano. Il tasso di natalità è tra i più bassi al mondo. Le persone che non fanno sport né praticano attività fisica sono il 35,2 % della popolazione».

Secondo la presidente di Federsanità «abbiamo strumenti che hanno il loro punto di contatto negli ambiti territoriali-sociali e nelle Case di Comunità, attraverso il Punto Unico di Accesso. Questo vuol dire che non solo nell’ambito del distretto – il punto centrale della nuova sanità – dovremo assicurare i LEA, ma anche i LEPS (livelli essenziali di prestazioni sociali). E veniamo al punto della necessità di un approccio pragmatico che affronti la riorganizzazione dei sistemi per evitare che gli interventi sul finanziamento del Ssn e sul personale siano in breve consumati dalle attuali inadeguatezze».

Per costruire sistemi territoriali per la salute occorre ragionare in termini di integrazione: dentro la sanità con il DM 77/2022, con le materie socio assistenziali e con le altre funzioni fondamentali che incidono sulle condizioni di fragilità e inclusione come l’istruzione, il lavoro, l’abitazione secondo un approccio di “Salute in tutte le politiche”.

In questa direzione sta andando l’azione di Federsanità, mirata alla realizzazione di un sistema territoriale integrato: «abbiamo messo a terra un Osservatorio per la raccolta delle buone pratiche di integrazione sociosanitaria in Convenzione con AGENAS», ha concluso Frittelli, «che abbia tutti i contributi migliori dalla comunità scientifica, ma che sia esplicitamente orientata al sostegno delle politiche pubbliche, allo sviluppo delle attività amministrative, alla realizzazione di percorsi professionali e di servizi integrati. Un luogo di confine in cui si intrecciano visioni, linguaggi, traiettorie, esperienze per contaminazione verso il cambiamento. Infine il nostro impegno è con Anci, Health City Institute, Rete città sane, Happy Ageing e Intergruppo parlamentare Sport e salute per la prevenzione e la promozione di sani stili di vita».